Tra le ultime proposte per risolvere l’emergenza rifiuti si inserisce il progetto “Plasmare“: impianti “navalizzati” per il trattamento dei rifiuti urbani. Il progetto, ideato e promosso da Fincantieri attraverso il centro di ricerca applicata Cetana (Centro per gli studi di tecnica navale), è stato presentato ieri mattina presso la facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Il progetto, molto elaborato e da aggiungere alle ultime frontiere del progresso scientifico, prevede la costruzione di due piattaforme: una destinata alla ricezione dei rifiuti solidi urbani, alla produzione di cdr, combustibile derivato dai rifiuti, e allo smaltimento di 400 tonnellate al giorno; l’altra farà uso di una torcia al plasma (dispositivo che genera un flusso di energia generato da due elettrodi) per il recupero energetico dai gas di sintesi del prodotto.
L’ammistratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha sottolineato il carattere utile e collettivo del progetto per le amministrazioni locali, le quali risparmierebbero sul problema rifiuti. Il progetto, inoltre, è di facile realizzazione: si conoscono tempi e costi. Il costo ammonta a circa 160 milioni di euro; la prima piattaforma è realizzabile in 16-18 mesi; la seconda è ancora in fase di progettazione.
Non a caso si prevede un lavoro suddiviso in diverse fasi e moduli. Si tratta di un impianto, realizzabile in 2 anni, continuo, chiuso e controllato senza emissione di sostanze o di odori. Infatti, il trattamento al plasma si inserisce perfettamente nelle linee dello sviluppo sostenibile: permette di evitare l’immissione di inquinanti nell’ambiente e allo stesso tempo produce energia e scorie riutilizzabili nell’edilizia. Secondo Bono, le piattaforme sarebbero più convenienti rispetto al termovalorizzatore sia per la costruzione più veloce (2 anni a fronte dei 4 per la costruzione dei termovalorizzatori stessi), sia per i minori rischi ambientali.
Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, intervenuto alla presentazione, si è mostrato entusiasta dinanzi a tale progetto, sottolineando la volontà di inserirlo nel piano regionale per l’emergenza rifiuti. “Sono impianti moderni – dichiara Caldoro – che rappresenterebbero un tassello significativo in un quadro di tecnologie innovative. È un’altra risposta della Regione e del sistema complessivo nel dare strumenti per la vicenda rifiuti”. La piattaforma si andrebbe, così, ad inserire nel piano rifiuti, integrando e non sostituendo i termovalorizzatori, che potrebbe essere costruiti solo a Napoli Est e a Salerno, i grandi impianti previsti dal piano regionale.
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