È una delle aree più degradate della città: San Giovanni a Teduccio è un quartiere di frontiera, dove la criminalità trova facile terreno per espandersi. Proprio lì, l’Università Federico II ha deciso di far costruire una nuova sede in cui troveranno posto le facoltà di Ingnegneria e Giurisprudenza: un avamposto di frontiera, dove la cultura proverà a sfidare e togliere spazio alla crescita della criminalità organizzata. Lì potrebbe essersi fatto vivo il racket, proprio sul cantiere dove si lavora alla costruzione delle nuove sedi dell’Università sembrerebbe aver messo gli occhi la criminalità organizzata.
Nulla ancora si sa con certezza, se non che nella notte tra sabato e domenica una bottiglia incendiaria è stata lanciata su una gru che si trovava all’interno del cantiere: il mezzo ha preso fuoco, causando danni per migliaia di euro. Per gli inquirenti si tratta di un avvertimento, un modo per dire “pagate, vi conviene”. L’ipotesi degli investigatori trova conferma nel fatto che quello di ieri è stato il secondo episodio avvenuto nel giro di poco più di un anno all’interno dello stesso cantiere: nel giugno del 2010, infatti, gli attentatori entrarono nell’area recintata e diedero fuoco ad un escavatore. L’unica certezza di quel gesto è la sua natura dolosa: gli autori, infatti, sono ancora ignoti, mentre la ditta ha negato di aver ricevuto richieste di estorsioni.
Ora il nuovo attentato contro lo stesso cantiere e per gli inquirenti i dubbi diventano certezze: l’unico movente possibile è il racket. Resta da vedere chi c’è dietro il lancio della bottiglia incendiaria e chi è la vittima dell’estersione. Il cantiere è nella mani di un consorzio di imprese, l’Uni.est, che guida il progetto partito nel 2004 e finanziato con i fondi europei e che una volta completato ospiterà 16mila studenti e 250 docenti. Aule, laboratori, parcheggi sotterranei nel cuore di Napoli est: la camorra potrebbe aver fiutato l’odore dei soldi ed essersi fatta avanti con le singole aziende che partecipano al consorzio.
Solo ipotesi al momento: ma presto gli inquirenti avranno a disposizione le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Forse a quel punto arriveranno le prime certezze e si potrà dare un volto ai responsabili dell’attentato.