Una grande operazione contro il clan Stolder è in corso da questa mattina all’alba: un centinaio di uomini della Direzione Investigativa Antimafia stanno eseguendo in queste ore le ordinanza di custodia cautelare emesse dal gip di Napoli, Isabella Iaselli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nei riguardi di una delle storiche organizzazioni criminali attive nel centro storico di Napoli, il clan Stolder. L’operazione, denominata Staffa, è stata portata avanti dai pm Sergio Amato e Roberta Simeone e vede tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare anche il boss Raffaele Stolder che, tornato in libertà nel 2008 dopo 16 anni di carcere, secondo gli investigatori ha subito ripreso in mano il controllo di Forcella.
Le indagini hanno portato a scoprire come il capoclan (imparentato con la famiglia Giuliano) fosse tornato a seminare la paura nei vicoli del centro storico attraverso l’imposizione di tangenti e commissionando furti e rapine, molte delle quali venivano portate a termine con la tecnica del buco.
Dopo aver ottenuto il denaro in questo modo si dava inizio ad un sistema di riciclaggio che coinvolgeva anche “colletti bianchi” di San Marino: grazie alla complicità di alcuni professionisti della repubblica sanmarinese, il denaro ottenuto illegalmente veniva ripulito. La rete di riciclaggio stanziata a San Marino non era utilizzata solo per “ripulire” i soldi ottenuti con i traffici illeciti dal clan degli Stolder ma era a disposizione anche del clan camorristico dei Casalesi guidato da Giuseppe Setola e della famiglia mafiosa dei Fidanzati.
Nelle grinfie del clan degli Stolder era finito anche un centro sportivo di Posillipo di proprietà della famiglia di Gianni Improta, storico ex centrocampista del Napoli e attualmente commentatore televisivo. Secondo quanto riporta Il Mattino in un’intercettazione telefonica, Raffaele Stolder si lamenta dei ritardi nei pagamenti da parte dei proprietari del centro sportivo che affermano di essere in difficoltà economica, nonostante qualche anno fa lo stesso capoclan avesse fatto in modo di far arrivare nel centro sportivo Maradona, trovata pubblicitaria che portò molto successo all’attività. I gestori del centro hanno smentito tutto anche se, riportano gli inquirenti, la descrizione degli uffici risultante dalle intercettazioni ambientali è stata confermata.
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