E’ guerra annunciata fra la città di Napoli e National Geographic a causa del documentario tarocco che andrà in onda domenica 25 settembre alle 21.55 sul canale satellitare dell’azienda e che sarà intitolato “Napoli, i Re del borseggio”. Un’accusa disarmante, che concorre a denigrare l’immagine della città già affossata, nel tempo scorso, dalla onnipresente notizia della monnezza in strada e che ha spinto, nell’ideale comune del turista in vacanza a Napoli, a credere che scattarsi una foto dinanzi ai sacchi stracolmi di rifiuti sia una cosa tipica e simpatica al pari della pizza da Michele.
Ed invece il servizio documentaristico sulla nostra città è una vera e propria bufala, in quanto il National Geographic si sarebbe avvalso del lavoro di operatori e attori professionisti per inscenare finti borseggi e scippi. A confermarlo è la direttrice della Scuola di Cinema di Napoli, Roberta Inarta che spiega: “L’anno scorso siamo stati contattati dal National Geographic Italia per fornire attori e operatori di ripresa per un documentario da girare; abbiamo trovato la richiesta in linea con il nostro metodo e piuttosto prestigiosa, in quanto il successo della scuola sta nel mettere in contatto i nostri allievi con il mondo del lavoro. Ma in questi casi – continua la direttrice -, non abbiamo controllo preventivo sulla sceneggiatura: il compito nostro è quello di formare, anche attraverso esperienze autorevoli e utilizzo di macchinari all’avanguardia, i nostri allievi. Il nome National Geographic vale come garanzia”.
“Stante l’autorevolezza – continua Inarta – del nome National Geographic e l’autonomia di ogni progetto, se avessimo conosciuto le finalità di questo, avremmo opposto un rifiuto ad un uso stereotipato della nostra città. Infatti abbiamo condotto la produzione in posti splendidi della città pensando di reclamizzarne le eccellenze paesaggistiche, mai intuendo che tali panorami potevano prestarsi ad una folcloristica rappresentazione della stessa”.
La nostra città, che purtroppo non è nuova a simili markette mediatiche, ancora una volta si ritrova con un nuovo stereotipo da combattere, quando tutti sanno, statistiche alla mano, che Napoli non rientra neanche fra le prime 10 città europee col più alto tasso di scippatori. Eppure il claim del documentario recita proprio così: “A Las Vegas, Bob Arno meraviglia il suo pubblico con il suo numero di borseggio, ma non ha mai incontrato un vero ladro con il quale comparare le sue abilità. Fino a quando Bob ci porta a Napoli!”.
Dal canto suo, Sherim Salvetti, direttore di National Geographic Channel precisa al Mattino: “Non abbiamo voluto affatto criminalizzare Napoli e i suoi abitanti. Il reportage non identifica la città partenopea con il borseggio”.
Ah, no?
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