Idolo sul campo, non sempre un buon esempio fuori: il Pocho Lavezzi ha preso tutto dei grandi campioni. Il genio delle giocate sul terreno di gioco e la sregolatezza di chi ama vivere la vita fino a notte fonda. Nei quattro anni in cui l’attaccante argentino ha indossato la “camiseta” azzurra sono tante le bravate, vere o presunte, arrivate alle orecchie dei tifosi. Mai nessuno però, fino a questo momento aveva mai messo in dubbio l’attaccamento di Lavezzi alla squadra e alla città: l’amore tra il Pocho e Napoli è stato da colpo di fulmine. Dalla seconda apparizione al San Paolo (tripletta contro il Pisa in coppa Italia), Lavezzi è stato eletto idolo della torçida partenopea: negli stadi è l’azzurro più applaudito mentre ogni sua apparizione pubblica scatena il caos in città.
Appena lunedì scorso un suo giro in centro con il figlio ha bloccato la circolazione: decine di tifosi si sono fermati per provare a strappare un autografo, una foto, o soltanto per vedere da vicino il loro beniamino.
Il rapporto d’amore ha rischiato però di venire meno proprio nel giorno in cui il Napoli ha conquistato l’Europa con la stupenda prestazione di Manchester in Champions League: subito dopo il pareggio contro il City, Lavezzi si è lasciato andare ad una battuta che ha scatenato un pò di polemiche in città. Intervistato da Sky circa la possibilità di assistere ad un’accoglienza in grande stile al ritorno della squadra dall’Inghilterra, il Pocho ha risposto: “Non credo, la gente a Napoli lavora“, scatenando le risate di chi affollava lo studio dell’emittente televisiva satellitare.[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=rsbB9mmHfwA[/youtube]
La frase non è passata inosservata ed è stata ripresa da alcuni giornali del nord, come ad esempio Libero che ha parlato di “presa in giro” da parte del calciatore. In città qualcuno ha messo il broncio nel vedere anche il beniamino del San Paolo cadere in uno dei più classici luoghi comuni sui napoletani. Le critiche sono arrivate all’orecchio di Lavezzi che, attraverso Twitter di cui è diventato un utilizzatore accanito, ha chiesto scusa al “suo” popolo: “Volevo chiarire che quella di mercoledì era solo una battuta e se a qualcuno non è piaciuta chiedo scusa. Non volevo mancare di rispetto a nessuno“. Il caso quindi (se di caso di può parlare) si avvia verso il chiarimento, ma per mettere la parola fine alla vicenda c’è bisogno solo che Lavezzi paghi la giusta “pena”: un gol contro il Milan, per far esplodere il San Paolo e siglare la pace con la città.
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