Il sogno diventato realtà è nella musichetta che strappa un sorriso a Cavani e Zuniga, la favola da vivere è nel destro di Cavani che passa sotto le gambe di Hart e fa esplodere i tifosi azzurri. Benvenuto in Champions League Napoli, bentornato nell’Europa che conta: ventuno anni dopo Maradona è un altro sudamericano a dipingere di azzurro le notti della massima competizione calcistica del vecchio continente.
Per gli esperti era una partita quasi scontata: troppo forte il Manchester City per il Napoli di Mazzarri, troppo grande il divario tra i milioni di euro spesi dallo sceicco Mansour rispetto al budget investito da De Laurentiis. Ma il calcio non è una semplice somma algebrica di ingaggi e cartellini: il calcio è organizzazione tattica e cuore. Ed è in questi due ingredienti che il Napoli ha prevalso fino a quasi sfiorare l’impresa.
Mazzarri aveva pensato alla partita perfetta: squadra corta per bloccare il quartetto delle meraviglie a disposizione di Mancini (Nasri, Aguero, Silva, Dzeko) e ripartenze veloci per innescare il trio delle meraviglie partenopeo. Il disegno tattico del tecnico toscano si rivela subito perfetto: il Napoli, pur se parte un pò impaurito, acquista fiducia con il passare del tempo e sfiora il gol con Lavezzi che centra in pieno la traversa. Il City risponde con Touré che solo davanti a De Sanctis colpisce anche lui la traversa: pari in tutto e per tutto alla fine del primo tempo.
Nella ripresa, dopo pochi minuti, fuori Lavezzi per infortunio ma gli azzurri non mollano ed escono fuori alla distanza grazie al cuore di Gargano, semplicemente strepitoso, e alla classe di Hamsik che poco a poco prende in mano la squadra. Manca solo Cavani all’appello ed ecco che il Matador abbandona il letargo e graffia il City facendo esplodere i tremila tifosi azzurri presenti in Inghilterra: la festa del Napoli può cominciare e poco importa se Kolarov tiri fuori dal cilindro la punizione che ristabilisce la parità e fa terminare la partita sull’1-1.
La favola azzurra è appena iniziata e se queste sono le premesse, il finale potrebbe essere all’insegna del tutti (i tifosi azzurri) vissero felici e contenti.