Quella che sto per raccontarvi sembra una storia uscita da un passato bruto, dove l’intolleranza e l’ignoranza regnavano da padroni assoluti. Ed invece, con forte evidenza, ci sono persone che non si evolvono, ma regrediscono costantemente nelle azioni, nei gesti e nel pensiero etico. Il sindaco di Alassio, Roberto Avogadro, ha deciso di eliminare letteralmente dai giardini di Piazza Stella, il busto dedicato al “Principe della Risata”, Totò, sostenendo che questi non ha nessun legame con la cittadina savonese. Una scelta ridicola, che denigra un attore eccellente che ha fatto la storia della comicità italiana, riconosciuto per sua bravura in tutto il mondo. Un comportamento che non si può definire che razzista nei confronti, oltre che del popolo napoletano, ma anche della cultura stessa: non si apprezza un attore o chicchessia solo per le proprie origini, nobili o meno che sussistano (ma perchè esistono anche paesi che forniscono origini nobili?), ma per le proprie capacità, per il suo estro, per la sua essenziale destrezza nel creare arte.
Il neo sindaco ha così spiegato la sua decisione “Sono di radici leghiste, lo sanno tutti. Totò è Napoletano, io sono legato alla mia terra natia e ho preferito dedicare quei giardini ad un uomo illustre per la storia della mia cittadina (ndr il conte Luigi Morteo). Ho saputo che vi sono Comuni e Province che si sono offerte per avere la statua ora ricoverata nel deposito comunale. Ebbene, la statua andrà all’asta e spero che vada a Cuneo: lì ho fatto il militare e già è arrivata la disponibilità”. Un gatto su di uno specchio avrebbe fatto meglio.
La statua, opera del maestro Flavio Furlani, era stata installata nei giardini di Alassio solo nel 2009, inaugurata dall’ex sindaco Marco Melgrati e dalla figlia e dalla nipote di Totò. Melgrati durante quell’occasione disse: “Dopo Charlie Chaplin, a cui è già stata dedicato un giardino, Totò è stato il personaggio che più è apprezzato dalla popolazione di Alassio, tra cui molti partenopei che hanno contribuito a rendere Alassio dinamica e viva, forte di una tradizione che l’ha sempre vista all’avanguardia nel turismo di cui è naturalmente vocata”. Oggi, dopo l’aberrante decisione di Avogadro, lo stesso ex primo cittadino ha amaramente dichiarato: “Abbattere la statua del principe Antonio De Curtis è fuori luogo e contro la decenza, al limite della pazzia”.
Liliana De Curtis, figlia del grande Totò, durante l’inaugurazione dell’opera ci tenne a precisare, in maniera forse anche un po’ profetica: «Totò appartiene all’Italia tutta e l’ha rappresentata nella sua totalità, anche se la sensibilità dei politici di ogni epoca, sotto questo aspetto è stata molto carente. Però, ha continuato, continuerò a lottare, non per me stessa, ma per i napoletani che hanno amato Totò in modo assoluto». Nel frattempo da più parti d’Italia giungono richieste a più voci per adottare il busto, segno che qualcuno di intelligente, in fondo, c’è ancora. Ma chissà cosa avrebbe detto lo stesso Totò di questa barberia culturale (e sociale): di sicuro non si sarebbe limitato al suo “Ma mi faccia il piacere!”…
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