Mantiene la parola Luigi De Magistris. Oggi piazza Garibaldi è quasi irriconoscibile: tutti i venditori ambulanti senza licenza sono stati “sfrattati” senza possibilità di appello. L’assessore Narducci, recatosi sul posto ieri pomeriggio, ha notato con sorpresa la bellezza del marciapiede, fino a quel momento completamente ricoperto da bancarelle non autorizzate. In attesa della gara pubblica, prevista a breve, sono state rilasciate solo 74 licenze in via Bologna, dove da tempo si trova il mercato multietnico caratteristico per i prodotti di artigianato tipici dei paesi di provenienza dei venditori. Il piano sicurezza prevede la presenza stabile della Polizia Municipale: da ieri sono già presenti più di 10 auto-pattuglie e decine di agenti. Non vi è ancora alcuna traccia, invece, dell’Asia e degli operatori socio-culturali richiesti dall’ordinanza.
La zona della stazione è da sempre una delle più degradate di Napoli: criminalità, commercio non autorizzato, spaccio di droga, per non parlare dell’odioso fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Sin dai primissimi giorni del suo mandato, il sindaco di Napoli aveva ribadito la sua intenzione di riqualificare una volta per tutte questa zona, biglietto da visita della città.
Il piano non prevede solo la restituzione ai cittadini del suolo pubblico occupato illegalmente: i lavori saranno finalizzati anche alla realizzazione di un parcheggio sotterraneo e di ampi passaggi pedonali che consentano di attraversare la piazza in tutta sicurezza. Ogni trasgressore sarà punito con una multa di 500 euro. L’ordinanza prevede, inoltre, che venga prestato soccorso e garantita accoglienza ad immigrati, tossicodipendenti e persone senza fissa dimora che, attualmente, vagano nella stazione e nella piazza adiacente.
Il piano ha l’obiettivo primario di “garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti”. Nonostante le buone intenzioni, sono inevitabili le proteste e le critiche: i venditori ambulanti senza licenza si sono dati appuntamento davanti a palazzo San Giacomo per far sentire la propria voce sostenuti da numerose associazioni che contestano il provvedimento con cui si dispone lo sgombero di decine di lavoratori senza dare loro un’alternativa di guadagno.