Ore di angoscia, di ansia, di preoccupazione. Sono le ore del silenzio, quelle strazianti che lasciano nel vuoto i pensieri dei familiari dei 23 membri dell’equipaggio del mercantile napoletano “Anema e Core”, sequestrato la notte fra il 23 luglio e il 24 luglio scorso. La nave fa capo alla società armatoriale RDB (acronimo dei principali imprenditori dell’impresa, Rizzo, De Carlini, Bottiglieri) di Torre del Greco, che trasporta gasolio da autotrazione e che, al momento del sequestro da parte dei pirati, si trovava al largo delle coste della Nigeria, precisamente a 23 miglia a Sud di Cotonou, nella Repubblica del Benin.
L’allarme è stato dato intorno alle 02.40 del 24 luglio dal comando generale delle capitanerie di porto, grazie ad un sistema automatico “Sas”, ma da quel momento in poi, nessuna notizia è più giunta nè alle autorità competenti, nè ai familiari dei sequestrati.
”In queste circostanze – fanno sapere dalla Guardia Costiera torrese – passano anche diverse ore prima che ci si riesca a mettere in contatto con le persone a bordo delle navi sequestrate”. L’amministratore delegato della RDB, Giuseppe Mauro Rizzo, nelle scorse ore ha annunciato “Con l’Unità di Crisi della Farnesina e il Comando Generale della Guardia Costiera ci stiamo preoccupando di andare incontro a tutte le misure tese alla tutela del nostro personale di bordo, che per noi è la massima priorità in questa vicenda”. Poi ha aggiunto, come a rassicurare ulteriormente la situazione che ‘‘i componenti dell’equipaggio stanno tutti bene. Non ci arrivano notizie diverse, quindi almeno da questo punto di vista possiamo stare tranquilli”.
Intanto questo è solo un’altra delle imbarcazioni che vanno ad aumentare il bilancio drammatico e preoccupante dei sequestri operati dai pirati in questa zona. Sempre napoletane, e purtroppo ancora in mano ai sequestratori africani, sono la petroliera ‘Savina Caylyn’ della società armatrice Fratelli D’Amato, attaccata dai pirati lo scorso 8 febbraio a 880 miglia dalla Somalia, e la motonave “Rosalia D’Amato”, assaltata nel mare Arabico il 21 aprile e successivamente portata verso la Somalia.