Napoli è in allarme per il caldo record: rifuti e salute non sono certo un binomio rassicurante. Gli esperti sono alle prese con numerosi casi di patologie probabilmente legate alla permanenza di rifiuti per le strade. “I malori sono in aumento proprio nei quartieri assediati dai cumuli”, ribadisce Giuseppe Galano, direttore della centrale operativa del 118 di Napoli.
Il direttore ha, infatti, parlato di numerosi “casi anomali”, tutti collegati a colpi di calore e stati di malessere acuiti dalla spazzatura che marcisce sotto il sole. “I sintomi più frequentemente riscontrati – sottolinea Galano – sono: lipotimia, nausea, dissenteria e distrubi gastrointestinali“. Tali casi, che mettono continuamente il 118 in allarme (50 gli Sos avvertiti nella mattinata di ieri), sono stati riscontrati nei quartieri in cui l’emergenza rifiuti è più elevata, quali Rione Sanità, Ponticelli, Fuorigrotta e i Quartieri Spagnoli. Proprio da questi quartieri, i medici di famiglia segnalano numerossisimi “casi sospetti” di dermatiti.
Silvestro Scotti, vicesegretario nazionale della Fimmg, ha notato che questi casi sono riscontrabili in maniera più elevata tra i bambini e i ragazzi (6-20 anni), perchè la loro cute è più debole e più esposta alle punture degli insetti, probali portatori di agenti patogeni legati all’accumulo di rifiuti. Anche le gastrointeriti sono probabilmente legate all’emergenza, ma esse sono state riscontrate in tutta la regione e non solo in alcune zone in particolare. Le patologie respiratorie sembrano, invece, essere il punto d’incontro degli esperti, i quali univocamente ritengono che siano provocate dai fumi sprigionati dai roghi di spazzatura. E in collegamento a tali eventi, Gabriele Peroni, presidente dell’Ordine dei Medici ribadisce il suo appello: “Mai bruciare i rifiuti”.
Nonostante tale situazione, gli esperti non si pronunciano ancora sugli effetti della crisi in corso e lo faranno solo con i dati alla mano, attraverso un accurato raffronto scientifico per chiarire qual’è l’andamento delle patologie legate all’emergenza rifiuti. L’obiettivo principale è: potenziare la prevenzione, ma non creare alcun tipo di allarmismo ingiustificato.
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