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L’aria di Napoli è sotto inchiesta: “Pericolo infezione da rifiuti da strada”

Cambiano le epoche, cambiano gli scenari, cambiano le situazioni, ma l’aria di Napoli è sempre al centro dell’attenzione. Se fino a qualche tempo fa era l’aria degli “scugnizzi”, dei turisti, l’aria da elogiare e protagonista dei sogni dei napoletani, oggi è invece la protagonista di un’inchiesta giudiziaria. In questi giorni la procura di Napoli ha deciso di affidare ad un epidemiologo di fama internazionale uno studio sulla possibile trasmissione di germi o agenti patogeni provocata dall’accumulo di rifiuti. La procura ha aperto un’inchiesta, avviata dal procuratore Francesco Greco e dal pm Francesco Curcio, contro la pubblica amministrazione  e che vede coinvolto anche il presidente della regione Stefano Caldoro. L’aria di Napoli è raccolta come prova grazie ad una tecnica originale: essa viene rinchiusa in una capsula per verificare eventuali trasmissioni di germi o di agenti patogeni in grado di provocare allergie o virus nella popolazione. Ma quello della bontà dell’aria non è l’unico punto in discussione. In primo piano vi è anche il caso isolato di tifo murino. La presenza di questa malattia infettiva non si registrava dagli anni del colera. Il paziente in questione è ricoverato da oltre un mese in un reparto del secondo policlinico di Napoli e la sua cartella clinica è analizzata insieme al suo vissuto.

Il punto in questione è stato spiegato dagli stessi tecnici: il contagio potrebbere essere provocato dalle pulci del pelo dei topi, la cui popolazione è in costante aumento, visti i cumuli di spazzatura affastellati in città e quantificabili in 1650 tonnellate circa. Di conseguenza, a qualsiasi infezione viene attribuito un carattere di colposità dinanzi all’inoperatività delle istituzioni. I procuratori non vogliono allarmare, ma il rischio è facile da immaginare e vogliono andare fino in fondo, accertare e capire. E qui si innesta l’altra faccia dell’inchiesta: gli inquirenti si chiedono cosa sia stato fatto per impedire l’accumulo di rifiuti e per impedire il contatto tra questi e la popolazione. L’avvocato di Caldoro, Alfonso Furgiele, spiega agli inquirenti: «Stiamo fornendo tutta la documentazione necessaria in Procura, tutta l’attività amministrativa di queste settimane viene ricostruita in note dettagliate che vengono spedite agli inquirenti. C’è piena volontà di collaborazione da parte del presidente Caldoro per risolvere i problemi e per chiarire le proprie scelte amministrative». Il grande fascicolo, che mira a rendere vivibile il rerritorio e sanare l’emergenza, punta soprattutto all’aria di Napoli, quella che un tempo faceva sorridere i turisti, ma che oggi rischia di tenerli lontani dalla città.

Maria Di Maro

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