Mondo del calcio letteralmente nel pallone: all’inchiesta del procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, sul giro di calcio-scommesse e partite manipolate, si affianca quella della Procura di Napoli, che si complica del solito elemento in più: le infiltrazioni camorristiche. Sono infatti finite su tutti i giornali le foto di Antonio Lo Russo (nipote del boss Salvatore, considerato l’attuale reggente del clan Lo Russo, i cui esponenti sono noti nell’ambiente del crimine organizzato attivo a Miano, Piscinola, Marianella e Secondigliano come “I Capitoni”) mentre assiste alla partita del campionato italiano di seria A Napoli-Parma, disputata il 10 aprile 2010. Una partita che vide gli azzurri uscire dal campo col vantaggio di 1-0 alla fine del primo tempo e che invece si concluse con una rimonta del Parma fino al 2-3. Tutto regolare, finora. Anche se già da subito la partita fu segnalata in un rapporto dei carabinieri inviato alla procura, nel quale si riferiva che fonti attendibili avevano rivelato sia la presenza a bordo campo del giovane Lo Russo, sia la scommessa con puntate piuttosto elevate da parte di “molte persone riconducibili ai clan Lo Russo e degli Scissionisti, durante l’intervallo tra il primo e il secondo tempo” sulla vittoria del Parma e “Non si può trascurare il fatto che effettivamente detta partita è terminata sul risultato di 2 a 3 in favore del Parma”, terminava il rapporto. All’epoca, però, non si ravvisarono illeciti penali e il caso fu archiviato. Lo stesso Antonio Lo Lo Russo non era, come ora, latitante: un mese dopo il match sospetto sarebbe sfuggito ad un blitz dei carabinieri che condusse in carcere 17 affiliati del clan su ordinanza della Dda per associazione mafiosa finalizzata allo spaccio di droga.
Il caso è saltato di nuovo fuori in concomitanza con l’inchiesta di Cremona che mette in discussione molti risultati di serie B e di Lega Pro, ma che, per ammissione dello stesso procuratore Di Martino, fa nascere sospetti di incontri truccati anche in serie A: “È una sensazione – la precisazione del magistrato – e una sensazione senza riscontri non è una prova. La sensazione è, però, che in serie A le combine non siano fra i giocatori ma fra le società”. Quindi saltano fuori le immagini di Antonio lo Russo a bordo campo, sia quelle di Ciro Fusco, fotografo dell’Ansa, sia quelle di Guglielmo Esposito per l’agenzia Newfotosud. I giornali sottolineano la sua espressione accigliata e la mancata esultanza soprattutto al gol di Hamsik che faceva riafferrare il risultato al Napoli, fino ad allora in svantaggio, portandolo al pareggio e riaprendo la possibilità della vittoria (vittoria che poi non ci fu); sottolineano i colori del suo giubbotto, casualmente (?) giallo-blu, come i colori degli ospiti in campo; si domandano soprattutto come e perché fosse arrivato fin lì, ai bordi del rettangolo di gioco, spazio concesso a pochi addetti ai lavori (fotografi, giornalisti, cameraman, etc.).
Risposte sollecitate anche da Luigi de Magistris, il nuovo sindaco di Napoli: “Mi meraviglio che la società del calcio Napoli permetta a certa gente di stare a bordo campo. Il calcio deve cambiare, ci sono troppi soldi che girano attorno a quel mondo” ed aveva poi annunciato l’intenzione di parlarne direttamente col presidente della squadra De Laurentiis.
Detto, fatto. Ieri mattina i due si sono incontrati a Palazzo San Giacomo ed hanno trovato accordo sulla realizzazione di un tavolo permanente di lavoro tra il Comune e la società Calcio Napoli. L’incontro ha fornito anche l’occasione al patron azzurro per chiarire la vicenda Lo Russo: risultava alle dipendenze della ditta che si occupava della manutenzione del manto erboso e, come tale, era una persona accreditata ad accedere al terreno di gioco. Ma de Magistris assicura: “Ora c’e’ un sindaco che fa della legalita’ la sua storia personale, e cosi’ sara’ la Giunta… Troveremo le soluzioni migliori per evitare qualsiasi tipo di situazioni spiacevoli. Creeremo le condizioni affinche’ tutto si possa svolgere nella massima trasparenza e serenita’ com’e’ giusto che sia nello sport”.
Intanto altre due partite del Napoli sarebbero finite sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti per rintracciare eventuali anomalie in campo e fuori dal campo, nei flussi delle puntate: una di queste, Lecce-Napoli, disputata nel bellissimo campionato appena concluso. Il procuratore di Napoli, Giandomenico Lepore, usa toni tranquillizzanti: “Le indagini che stiamo facendo noi e che riguardano gli interessi della camorra sul gioco delle scommesse, per ora, non hanno alcun riferimento a partite di serie A. Abbiamo delle tracce che ci indicano che dei clan camorristici hanno cominciato a mettere le mani sul gioco delle scommesse di partite di calcio nazionale ed internazionale, ma, allo stato attuale il Napoli non è coinvolto nell’inchiesta sullo scandalo del calcio scommesse”.
La sensazione, però, è che anche stavolta lo zampino della camorra ci rovini la festa e la Champions League. E’ una sensazione. Speriamo senza riscontri.