Il primo quesito (scheda rossa) riguarda la privatizzazione dell’acqua: siamo chiamati ad esprimerci sulla norma che delega la gestione dei servizi idrici ad enti privati. Votando No la norma resta in vigore, votando SI sarà invece cancellata.
Il secondo quesito (scheda gialla) riguarda la possibilità, attualmente prevista, di ricavare un profitto dall’erogazione dell’acqua potabile. In altre parole, chi si occuperà della gestione dell’acqua, potrà trarne un guadagno economico oltre al semplice rimborso delle spese sostenute. Votando NO ci si dichiara favorevoli a tale possibilità, votando SI ci si oppone.
Il terzo quesito (scheda grigia) chiede agli elettori di esprimersi in merito alla norma, oggi esistente, che consente la realizzazione di Centrali Nucleari sul territorio nazionale. Votando NO il cittadino si dichiara favorevole alla costruzione di Centrali Nucleari in Italia, votando SI si dichiara contrario.
Il quarto quesito (scheda verde) chiama i cittadini a dire la loro in materia di legittimo impedimento, ossia della possibilità, attualmente prevista, per il Presidente del Consiglio e per i Ministri di non comparire in giudizio, per l’intera durata della legislatura, nei processi che li vedono imputati . Votando NO i cittadini consentono ai politici di usufruire di tale possibilità, votando SI chiedono loro di chiarire la propria posizione di fronte alla legge, anche durante il proprio mandato.
Perché l’esito del Referendum sia valido è necessario che si rechi alle urne il 50% più uno degli aventi diritto al voto. È importantissimo, dunque, andare a votare, indipendentemente dalla propria intenzione di voto. Sicuramente l’evento è stato pubblicizzato pochissimo in televisione. Al contrario internet si è rivelato uno strumento di informazione alternativo essenziale: da mesi i social network si occupano di diffondere notizie sui quesiti, oltre ad esortare i cittadini a recarsi ai seggi. Si tratta di una mobilitazione di proporzioni gigantesche che ha già dato i primi risultati: in Sardegna si è già svolto il referendum consultivo regionale per esprimersi riguardo alla possibilità di creare proprio lì centrali nucleari e siti di stoccaggio per le scorie radioattive. Il quorum si è raggiunto ed oltre il 97% dei cittadini si è detto contrario al nucleare.
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