Gli inquirenti erano subito risaliti a Scippa grazie alla segnalazione della targa del suo scooter, ma l’uomo aveva fatto perdere le sue tracce, abbandonando la sua abitazione al centro storico e rifugiandosi in casa di un conoscente, in zona Santa Chiara. Intercettato telefonicamente, è stato però raggiunto ieri mattina dalla squadra mobile di Napoli e portato in questura, dove, durante l’interrogatorio sostenuto davanti al pm Maria Sepe, ha fornito il nome di Sannuto e l’indirizzo presso cui trovarlo: quest’ultimo si nascondeva in casa di una sorella, in zona Cavone.
E di Sannuto la signora Ana, che aveva assistito impotente al tentativo di scippo e alla colluttazione seguita per lo strenua resistenza del marito in difesa del suo Rolex (l’uomo era poi finito a terra e ridotto in fin di vita per l’emorragia cerebrale causata dalla caduta), si ricordava bene: la testimonianza della vedova è stato quindi un elemento decisivo per il suo arresto. Questa volta, quindi, il suo curriculum di scippatore si arricchisce di una nuova voce: l’accusa, oltre che di tentata rapina (il Rolex, infatti, è tuttora custodito dalla signora Ana) è di omicidio preterintenzionale.
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