Fatto sta che, con un codice fasullo, mobili nuovissimi venivano bollati come “rovinato” oppure come “expo” e quindi venivano direttamente venduti da addetti compiacenti ad amici consapevoli, risparmiando anche fino al 70% del prezzo originario. Armadi, letti, tessuti, divani e quant’ altro, tutto da far risultare in cattive condizioni e quindi da vendere a prezzo scontato, per un giro d’affari che di certo non ha giovato alle casse di Ikea e che si aggira su cifre anche piuttosto rilevanti.
Le indagini però non si sono fermate soltanto a queste persone, ma proseguono nel tentativo di individuare altri potenziali interessati nella maxi – truffa a danno di Ikea. Da filmati ed eventuali testimonianze si intende così risalire all’origine della truffa stessa ed evidenziare se esistano o meno altre concatenazioni esterne ai dipendenti.
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