“Come partorire un mammut”, il nuovo libro sull’impegno sociale a Scampia

“Come partorire un mammut (e non rimanere schiacciati sotto)” è un libro molto importante, un libro sociale, un’opera nata dallo studio complesso e delicato di una realtà sociale disagiata ed estremamente complicata: quella dei bambini del quartiere Scampia. Il mammut in questione non è l’enorme animale preistorico parente dell’odierno elefante, bensì si tratta di un Centro Territoriale da anni impegnato fra scuole, carceri ed istituti minorili per dare una speranza e sostegno ai ragazzini della zona, spiegando e mostrandolo loro che un’altra strada c’è, oltre l’illegalità, e che è soprattutto possibile.
“Come partorire un mammut (e non rimanere schiacciati)”, edito da Marotta&Cafiero, verrà presentato lunedì 23 maggio alle 11.30, presso la Fondazione Valenzi al Maschio Angioino dallo scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci e introdotto da Lucia Valenzi. Intervengono all’evento Goffredo Fofi, autore di uno dei saggi del libro, Pasquale Corbo, vicepresidente del liceo «Elsa Morante» di Scampia, Gilda Berruti, dottoranda di ricerca dell’ Università Federico II sul rapporto tra spazio pubblico e intervento educativo e Giovanni Zoppoli, coordinatore del Centro Territoriale Mammut.
Questo libro, dal titolo curioso quanto metaforico, è un po’ il resoconto di tre anni e mezzo di lavoro, attività e tecniche pedagogiche studiate e attuate con professionalità ed impegno, con miglioramenti sul target infantile davvero notevoli: «I risultati rispetto ad abbandono e dispersione scolastica sono evidenti – commenta una maestra del circolo E. Montale -. In questo contesto didattico, percorsi come quelli svolti assieme al Centro Territoriale Mammut ci aiutano a raggiungere risultati ancora migliori».
Questo è solo uno degli esempi di Napoli che c’è e che resiste, che si impegna per il suo domani e per rassicurare una scelta a chi, immerso nella quotidianità vischiosa di un quartiere particolare, fa fatica a cercare un’alternativa, una possibilità diversa che da solo, altrimenti, non avrebbe mai neanche considerato.

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