Dal 13 al 22 Maggio è in scena al Teatro Augusteo “Napoli, chi resta e chi parte”, spettacolo di Giuseppe Patroni Griffi su due atti unici di Raffaele Viviani che rivive oggi nei panni di quelli che ieri erano di Massimo Ranieri, oggi di Sal Da Vinci, interprete napoletano di grande spicco per il grande talento teatrale: non sono una voce straordinaria ma anche una mimica ed una recitazione che si affinano sempre di più. 35 anni fa fu Lello Scarano a farsi produttore e promotore dello spettacolo, oggi la figlia Francesca dedica a suo padre lo spettacolo e lascia un omaggio a Patroni Griffi, affidando la regia ad Armando Pugliese e passando lo scettro di protagonista a Sal Da Vinci, affiancato da attori di calibro altrettando grande come Gaetano Amato, Lalla Esposito, Tonino Taiuti, Lello Radice, Giuseppe Matrocinque, Mario Aterrano, Ciro Capano.
L’attore che fa da ponte tra passato e futuro è Gigi Morra, che ha avuto l’onore di prendere parte ad entrambe le edizioni dello spettacolo. Altro punto comune sarà la presenza di un’orchestra dal vivo che musicherà e accompagnerà i protagonisti e le loro vicende sulla scena.
Il merito grande di Patroni Griffi fu quello di rendere l’opera decisamente moderna, presentando un Viviani che riuscisse ad andare oltre la realtà napoletana, ma senza generalizzare gli atti che conservavano comunque l’autenticità e la tradizione tutta napoletana della realtà raccontata attraverso la narrativa. Viviani nelle sue righe ci parlava della sua rabbia e del suo forte desiderio di denuncia nei confronti della criminalità: una denuncia che ancora oggi diventa un grido straziante.
Il primo atto è “Scalo marittimo”, scena in cui l’unica possibilità di sopravvivenza sembra essere l’emigrazione: ecco quindi dopo la prima guerra mondiale un popolo che si accalca alle banchine del porto sognando la famigerata America, mentre il secondo atto “Caffè di notte e di giorno”, ci presenta un’atmosfera più intimistica dove ogni personaggio è costretto a fare i conti con se stesso ma anche con gli altri: la prostituta che accetta una vita di stenti e maltrattamenti, gli amori delusi, il criminale che per salvarsi la pelle lascia che il coltello vada nelle tasche di qualcun’altro ignaro di ciò che accade intorno. In fondo lo spirito di Napoli anche se a distanza di anni vive ancora adesso nelle pagine di Viviani, e si può ancora respirare quell’odio e amore che suscita in chiunque ci viva e la viva.
Per maggiori informazioni sullo spettacolo e sui biglietti visitate il sito www.teatroaugusteo.it
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