L’arrivo dei militari a Napoli per la raccolta rifiuti non frena l’emergenza: non vi sono, infatti, destinazioni specifiche in cui scaricare l’ingente mole di spazzatura. La fase finale della raccolta, il conferimento dei sacchetti, è infatti ostacolata da discariche e stir funzionanti, talvolta, a giorni alterni. Come ha confermato ieri pomeriggio l’assessore all’Igiene del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli, “la fase di conferimento si dimostra anello debole del ciclo integrato per il trattamento dei rifiuti, dall’emergenza del 2008 non era mai accaduto che i conferimenti giornalieri fossero così limitati”. Vi sarebbero circa 1.800 tonnellate di rifiuti in città e i militari inviati dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, saranno costretti a un duro lavoro. L’assessore all’Ambiente Giovanni Romano ha incontrato ieri i vertici militari per spiegare il piano: saranno eseguiti interventi d’emergenza a Napoli, per poi lavorare nei comuni di Pozzuoli, Quarto, Melito e Casoria. “Con la solidarietà delle province campane e l’aiuto dell’ Esercito, la situazione presto tornerà alla normalità”, ha spiegato l’assessore.
La mossa del premier Silvio Berlusconi ha scatenato diverse polemiche: sono in molti a motivare la disponibilità di eserciti militari adibiti alla raccolta dei rifiuti solo per scopi elettorali. Il centrosinistra parla di “miracoli elettorali” cui il Cav stesso fa riferimento in un suo intervento risalente a qualche giorno fa. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ieri mattina ha presenziato allo sciopero generale sfilando proprio a Napoli, ha affermato: “Basta usare i rifiuti nella campagna elettorale e giocare a fare lo scaricabarile l’uno con l’altro. Se il Governo vuole essere responsabile non faccia i comunicati, ma convochi a Palazzo Chigi un tavolo tra istituzioni e parti sociali e, invece di mandare l’esercito ci dica come risolvere il problema e stanzi le risorse necessarie”.
Lunedì sarà operativo il piano di raccolta dei militari, mentre a Napoli imperversano ancora rivolte e roghi.
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