Terzo posto in classifica, ad un punto dalla seconda ed otto punti di vantaggio sul quarto posto (l’ultimo utile per andare in Champions League attraverso i preliminari) della Lazio, che lunedì sera è impegnata nel posticipo con la Juve. A questo punto, basta veramente poco per avere la certezza matematica almeno di aver conquistato il terzo posto, che significherebbe accesso diretto alla Champions League, quale coronamento ad una stagione giocata al di sopra di ogni più rosea aspettativa e piena di record, come non succedeva da anni. Il campionato del Napoli non è ancora finito, ma già possiamo essere sicuri che, a tre partite dalla fine e con un discreto margine sulle inseguitrici, solo un clamoroso suicidio potrebbe far perdere l’accesso diretto alla Champions alla squadra di Mazzarri. Ieri sera contro il Genoa in un San Paolo gremito e caldo nonostante la pioggia, il Napoli ha gettato nuovamente il cuore oltre l’ostacolo, combattendo e soprattutto credendo nella vittoria. Troppe voci in questi giorni hanno fatto seguito alle ultime due sconfitte consecutive, veleni inutili, dicerie da bar che possono talvolta turbare gli equilibri, in un momento in cui bisognerebbe mantenere i nervi saldi e concludere la stagione con un traguardo sensazionale.
Sotto una pioggia battente, il Napoli ha giocato, lottato, costruito e creduto in una vittoria che, alla fine, è arrivata bella ed inaspettata, come ciliegina su una torta perfetta il giorno del tuo diciottesimo compleanno. Perché sembrava un’altra partita stregata. Il pallone scivoloso, il campo pesante ed una insana smania di segnare, alla lunga ti fanno perdere lucidità e allora ti innervosisci e corri il rischio che la partita ti sfugga di mano e succeda l’irreparabile. Invece il Napoli ieri sera ha retto bene sia sul piano fisico, sia su quello mentale e ci ha creduto fino in fondo senza mai perdersi d’animo e, quasi alla fine, quel ragazzo “che si aggiusta sempre i capelli quando segna”, in un secondo e mezzo, mette dentro il gol forse più importante della sua giovane carriera. Quello che ti dà tre punti d’oro e che permette al tuo sogno di trasformarsi in realtà.
Nel complesso, quella del Napoli è stata una buona partita, con Cavani e Lavezzi che ci hanno provato, correndo tanto, mancando forse un po’ in lucidità sotto porta. Altrettanto buona è stata la prestazione generale di tutto il reparto difensivo, dove una nota di merito va a capitan Cannavaro, autore di una stagione da capitano del Napoli. Generosa come sempre anche la prova dei centrocampisti che sia sulle fasce, sia negli inserimenti e nella coperura si sono sempre fatti trovar pronti. Su tutti stasera però, brilla la stella di Marek Hamsik, il gioiellino che mezza Europa vuole strapparci. Direttore di un’orchestra che vorremmo restasse sempre così, crescendo anno dopo anno di altri virtuosi musicisti. Le voci di mercato si sa, non sono mai portatrici di serenità, perché poi nascono i dubbi, i malumori e tutta una serie di situazioni che intristiscono il calcio e chi ancora ama quel calcio fatto di sentimenti, attaccamento alla maglia ed alla gente che ti ama e che ti dimostra ogni domenica un amore passionario, fatto anche di crisi, ma comunque sincero. Mazzarri resta o va via e Hamsik, Cavani, lo stesso Lavezzi? Di loro oramai non possiamo quasi più fare a meno, perché quando giocano ti diverti, sanno entusiasmarti e farti soffrire. Sappiamo bene che sono desiderati da squadre che mettono sul piatto il doppio dell’ingaggio che prendono al Napoli e che potrebbero anche andare via, il calcio è così, però per una volta ci vorrebbe una piccola favola da raccontare, che parla di una squadra di calcio in cui non contano i soldi che guadagni, perché ti ritieni fortunato già del fatto che sei un calciatore, per giunta del Napoli (e che dopotutto non è che guadagni proprio poco) e ami il progetto che la società sta costruendo… Alle volte le favole somigliano alla realtà, ma spesso ci sono anche realtà favolose… Avanti Napoli, il sogno sta per diventare realtà.
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