Dalle parole del responsabile del coordinamento si evince che queste ipotesi trovano riscontro grazie ai rapporti militari americani Brankowitz ed Aberdeen, documenti a lungo secretati e resi pubblici solo oggi (se si esclude un brevissimo periodo in cui furono messi in circolazione per volere di Clinton qualche anno fa). Dai rapporti emerge chiaramente che una grandissima quantità di bombe e proiettili, contenenti iprite, fosgene, arsenico, lewisite, cloruro di cianuro e cianuro idrato, furono affondate nel Golfo di Napoli.
Si tratta di sostanze estremamente tossiche che non smettono, negli anni, di rilasciare componenti tossiche danneggiando irrimediabilmente l’ecosistema marino e la catena alimentare. Senza parlare dei danni arrecati agli esseri umani che si nutrono dei prodotti di quel mare.
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