“So che non è facile, ma voglio provare a divenire una bandiera di questo Napoli, piano piano ci sto riuscendo e proverò a farmi apprezzare sempre di più”. Sono queste alcune delle parole pronunciate dal capitano del Napoli, Paolo Cannavaro nella sua dichiarazione d’amore verso la squadra della sua città. Il desiderio del calciatore azzurro è quello di indossare questa maglia anche dopo la scadenza del contratto che lo vede legato al club di de Laurentiis fino al 2015 (nonostante i suoi trent’anni suonati). Di momenti difficili nella sua carriera, Paolo ne ha vissuti, ma ne è sempre uscito a testa alta. Basti ricordare gli anni difficili di Parma, sotto la guida di mister Cesare Prandelli, il quale non ha mai avuto una grossa considerazione di lui facendolo sedere in panchina per due intere stagioni. Anche in quell’occasione Paolo ha saputo aspettare pazientemente e, con l’arrivo di Pietro Carmignani, i suoi sacrifici furono ripagati rendendolo titolare fisso della difesa parmigiana, prima di firmare, per realizzare il suo sogno, il contratto con un Napoli che lo porta a scendere di una categoria. Dalla A alla B per amore della maglia e della città.
E anche a Napoli, dove è arrivato seguendo il cuore non sono mancati periodi bui quando si è visto contestato da quel pubblico di cui lui stesso ritiene di essere parte integrante, in quanto partenopeo (cresciuto e vissuto nel Rione Loggetta), oltre che tifoso del Napoli. Anche in quel caso il capitano azzurro ha improntato la sua reazione sul duro lavoro e sulle prestazioni in campo, senza battere mai ciglio. “Essere capitano a Napoli è dura, soprattutto se sei napoletano, perchè senti una doppia responsabilità” sostenne in una intervista di qualche anno fa.
Alle certezze sul suo futuro però Cannavaro contrappone l’incertezza vigente sul presente della squadra, che deve impegnarsi per raggiungere l’obiettivo Champions (per il raggiungimento del quale, tra l’altro, de Laurentiis ha fissato un premio di 500 mila euro per la squadra), un traguardo che, a suo parere, nessuno all’esterno dello spogliatoio credeva possibile a inizio campionato, mentre la squadra è stata brava a farsi largo tra le avversarie. A tale riguardo, il capitano non crede in un regalo del Genoa sabato sera al San Paolo, esprimendosi in questi termini: “I gemellaggi esistono solamente tra i tifosi, mai tra i giocatori in campo. Noi ci stiamo preparando per affrontare undici avversari di valore, a cominciare dal mio amico Floro Flores. Ma è bello vedere due tifoserie che si amano, non solo che si stimano”. La sfida con il Genoa è importantissima, secondo Cannavaro, a questo punto del Campionato: conquistare i tre punti conferirebbe al Napoli un ottimo vantaggio in classifica sulle dirette avversarie a tre giornate dalla fine. Per ottenere il bottino pieno, Paolo sostiene di confidare non solo sull’ormai solito apporto fornito dal pubblico presente sabato sera sugli spalti del San Paolo, ma anche sul ritorno di colui che il capitano ritiene la vera marcia in più di questo Napoli, il Pocho Lavezzi, che ha scontato, insieme a lui, la giornata di squalifica domenica scorsa contro il Palermo.
Paolo Cannavaro ha elogi da elargire anche in favore di Walter Mazzarri e del presidente Aurelio de Laurentiis, ritenendo che il primo abbia dato la mentalità vincente insegnando alla squadra a lottare fino all’ultimo secondo, creando un corpo unico tra squadra e allenatore, mentre il presidente ha un grande rispetto per lo spogliatoio conferendogli il merito di essere presenti nei momenti difficili della squadra, come accaduto dopo la disfatta del Barbera.
Dopo la dichiarazione di amore incondizionato per il Napoli, per Cannavaro ora è tempo di pensare al presente e alla sfida con i Grifoni gemmellati del Genoa per conquistare l’Europa che conta. Il futuro può attendere!
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