Si era recata al pronto soccorso dell’ospedale Scarlato di Scafati per rimuovere un ascesso alla gamba, un intervento di routine, tanto banale da non esigere nemmeno l’anestesia. Era stata solo sedata Maria Rosaria Ferraioli, originaria di Castellammare di Stabia ma residente ad Angri. La giovane donna, di soli 23 anni, era incinta di otto mesi: si trattava della sua prima gravidanza e aspettava due gemelli. Sembrava essere andato tutto per il meglio quando, nella notte tra il 24 e il 25, sono subentrate delle complicazioni respiratorie. A nulla sono serviti i tentativi di rianimare la donna, né gli sforzi profusi per cercare almeno di tenere in vita i due bambini che Maria Rosaria portava in grembo. Immediate le reazioni: la procura della Repubblica del tribunale di Nocera Inferiore ha disposto l’immediato sequestro della cartella clinica della donna e l’autopsia sul suo corpo. Sono stati, inoltre, emessi 7 avvisi di garanzia per l’accusa di omicidio colposo: sei si rivolgono ad altrettanti medici che prestano servizio presso i reparti di Medicina, Pronto Soccorso e Rianimazione dell’ospedale di Scafati ed uno al ginecologo che aveva seguito sin dall’inizio la gravidanza della giovane. Anche l’Asl ha disposto un’indagine interna.
In queste ore i Carabinieri stanno interrogando nove infermieri che, a diversi livelli, hanno avuto contatti con Maria Rosaria Ferraioli nella speranza che emergano dettagli utili a chiarire definitivamente l’accaduto. Intanto la famiglia della donna e il suo compagno, che in poche ore ha perso lei e i suoi due figli, non riescono a darsi una spiegazione sull’accaduto e si dichiarano increduli.
Nei mesi scorsi altre due donne erano decedute senza apparenti motivazioni all’ospedale Scarlato. Questi episodi ripetuti hanno spinto la Commissione d’inchiesta del Senato sul Servizio Sanitario Nazionale a richiedere anche la documentazione relativa alle morti improvvise di queste altre due pazienti. Persino Ignazio Marino, presidente della Commissione Parlamentare, si è espresso in merito alla vicenda dichiarandosi preoccupato dall’accaduto e impegnandosi a fare tutto il possibile per fare chiarezza e per evitare che simili tragedie possano ripetersi.
Dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che i medici abbiano tentato un parto cesareo per cercare di salvare i due bambini. La Commissione, nella persona di Marino, si è impegnata a verificare ogni dettaglio relativo alle modalità di esecuzione degli interventi chirurgici cui la donna è stata sottoposta e all’assistenza da lei ricevuta durante il decorso post-operatorio.
Resta da chiarire, quindi, se siamo dinanzi ad una tragica fatalità o ad un altro caso di malasanità.