A Marano di Napoli si è pensata una soluzione veramente originale per ovviare all’occupazione abusiva dei loculi che ormai sta diventando una pratica estremamente diffusa, soprattutto al sud. Non è raro, infatti, che ignari acquirenti, certi di essersi aggiudicati un posto nel cimitero cittadino dove riposare una volta passati a miglior vita, si ritrovino “sfrattati” da un morto sconosciuto che occupa indebitamente il proprio loculo. A nulla servirà sventolare il proprio contratto d’acquisto o chiedere spiegazioni: un velo di omertà calerà sulla vicenda. Ma a tutto c’è rimedio. Così a Marano, nell’edificio A del primo lotto del cimitero di Vallesana, moltissimi futuri residenti hanno pensato bene di chiudere il proprio loculo con una lapide su cui hanno inciso il proprio nome e cognome. In questo modo sembrerà già occupato. Mancano, ovviamente le date di nascita e di morte, ma i fantasiosi e poco scaramantici acquirenti non hanno esitato a scegliere con cura i caratteri dell’incisione: gotici, in stile classico o in stampatello.
La costruzione della palazzina, ubicata alle spalle del cimitero, si è prolungata per moltissimi anni tanto che molti acquirenti, scoraggiati, hanno rinunciato. Gli irriducibili, però, alla fine hanno ottenuto una concessione per 99 anni. In genere, finché non giunga il momento, il loculo dovrebbe rimanere vuoto e aperto per poi, all’occorrenza, essere occupato dopo averne rivendicato la proprietà mediante il contratto d’acquisto. I “futuri residenti”, però, non si sono fidati e, temendo che qualche abusivo occupasse il proprio posto, hanno provveduto a prenotarlo già da vivi.
Sembra impossibile ma molti loculi sono già adornati da fiori: non si sa se gli omaggi siano stati donati da amici in vena di scherzi o dagli stessi proprietari che possono, così, avere la soddisfazione di curare da vivi il proprio sepolcro, posando fiori sulla propria tomba. Morti più vivi che mai, dunque, quelli che popolano il lotto A.
Una curiosa vicenda che sembra ancora più strana se si pensa a tutte le superstizioni e le scaramanzie che, nel territorio partenopeo, più che a suggerimenti assomigliano a vere e proprie leggi non scritte. Di sicuro si tratta di un incentivo a suscitare l’invidia dei vicini: chissà se in futuro sarà indetto anche un concorso per eleggere la tomba più bella.
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