La situazione è però rimasta ferma ed immobile per ben tre anni, relegando gli autobus in deposito senza che questi avessero una vera destinazione ed utilizzo, pur essendo stati acquistati con soldi pubblici e pertanto destinati alla realizzazione di servizi comunitari. Proprio per questo Abete e la sua troupe si sono recati la settimana scorsa sul luogo dei fatti, per poter indagare, com’è costume della trasmissione, sugli eventi e sullo stato delle cose. L’accoglienza al giornalista non è stata però particolarmente calorosa ed anzi, i pubblici impiegati del deposito hanno strattonato, spintonato e quasi malmenato il povero Luca Abete, che, insieme con i suoi colleghi sono stati messi letteralmente in fuga e costretti a chiamare i Carabinieri per essere tutelati e poter così terminare il servizio.
Immediate le scuse da parte della Giunta Regionale della Campania, che in un comunicato stampa si è detta rammaricata e solidale con il giornalista che però, in pieno stile goliardico, ha affermato “Ci vuole ben altro per sradicare l’Abete”, utilizzando il doppio senso del suo cognome, marchio inconfondibile anche nella sua “divisa da lavoro” contraddistinta da giacca verde con tanto di pigna all’occhiello.
Grazie a Luca Abete e alla sua troupe per il servizio reso alla comunità: oramai in Italia se non ci fossero più Striscia e le Iene saremmo fritti.
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