Dopo l’iscrizione al registro degli indagati per omissione, la preside della scuola di Posillipo frequentata dal tredicenne stuprato in gita da sette compagni di classe si difende con la sua versione. La dirigente intendeva risolvere la questione all’interno dell’istituto prima di avvertire le forze dell’ordine, organizzando un incontro tra i genitori. Una via che non destasse maggiore preoccupazione, a inizio mese, quando la notizia circa gli abusi tra i giovani alunni cominciò a diffondersi. Tra il 29 e 31 marzo la scuola media Cimarosa era in gita in Puglia e per due notti consecutive un tredicenne subiva gli abusi da sette ragazzini, compagni di classe e coetanei. Durante il weekend, al ritorno della vittima a casa, i genitori notarono subito lo stato di choc in cui versava il figlio, che poco dopo confessò l’accaduto. La preside della scuola fu avvisata (via telefono, perché fuori sede) da alcune collaboratrici lunedì 4 aprile . L’avvocato Luigi Martano fornisce tutti i dettagli su ciò che accadde dopo, ovvero durante i giorni che trascorsero prima che i carabinieri venissero avvisati: si tratta del motivo per cui la preside è indagata, ovvero omissione e ritardo nel rivolgersi alle forze dell’ordine.
“Martedì 5 aprile la dottoressa, che presta servizio in una sede distaccata dalla media di Marechiaro, parlò telefonicamente coi genitori del ragazzo; il 6 li incontrò ed ottenne una nota scritta che delineava finalmente i contorni dell’accaduto (tra il 29 e 31 precedenti); il 7 si è svolto l’incontro con tutti i genitori e dal 4 al 7 ci sono stati un consiglio di classe e uno di istituto, nonché è stato convocato uno psichiatra per organizzare percorsi di sostegno per i sette ragazzi, sospesi dall’istituto per 15 giorni”. A conti fatti, i piccoli aguzzini torneranno a lezione subito dopo le vacanze di Pasqua.
Sono stati resi noti, poi, alcuni precedenti che gettano maggiormente in cattiva luce la scuola e l’intero corpo docenti. Nel 2010 un bambino di tre anni che frequentava l’asilo fu lasciato sporco per tutto il giorno dalle maeste che si rifiutarono di prendersi cura di lui. Nel 2004, invece, ad uno studente disabile di quattordici anni venivano decurtate le ore di sostegno e solo una causa vinta successivamente fece sì che il ragazzo potesse ottenere nuovamente l’assistenza dovuta.