Cultura e rifiuti, un binomio del tutto inconciliabile che in Campania riesce ad essere fuso in un sola problematica. Ebbene si, in provincia di Napoli succede anche questo. Ad Arco Felice “vecchio” (Pozzuoli), zona a pochi passi dal sito archeologico di Cuma, la prima colonia greca d’Italia, un mausoleo di epoca romana, risalente al II secolo d.C., con decorazioni e stucchi, è stato completamente sotterrato da una discarica di rifiuti speciali. La scoperta si deve agli uomini della Guardia di Finanza di Napoli.
La sensazionale scoperta e’ avvenuta a seguito di un’operazione di sequestro di un’ area di 1.700 metri quadrati, in via Arco Felice Vecchio, dove era stata messa in piedi una discarica illegale in cui sono state depositate cinquantotto tonnellate di rifiuti speciali, tra cui copertoni di auto e batterie sempre di auto, che normalmente dovrebbero essere smaltiti seguendo delle precise procedure, ma che in Campania si preferisce smaltire in “modo molto più semplice ed economico”.
Non solo un mausoleo romano utilizzato come discarica, ma anche un casolare. Infatti parte dei rifiuti è stata depositata all’interno di alcune strutture presenti nell’area, la più importante delle quali ricopre anche un interesse storico-culturale: ‘‘Torre Poerio’‘, risale al XVII secolo. Nel corso delle operazioni, gli uomini delle Fiamme Gialle hanno constatato che una porzione di un casolare era stata deliberatamente fatta crollare con l’intento di nascondere un’altra discarica rifiuti. Con l’ausilio di un mezzo meccanico, i militari rimuovendo il materiale di risulta provocato dal crollo, hanno scoperto l’ingresso di un cunicolo sotterraneo, delimitato da travi in marmo e per questo hanno contattato l’ufficio scavi di Cuma. L’intervento degli uomini della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Cuma ha permesso di riconoscere nella struttura sotterranea alla quale conduceva il cunicolo, un mausoleo funerario di età imperiale con resti di decorazioni e stucchi, trasformato in una discarica di rifiuti, alcuni anche speciali. L’area e’ stata immediatamente posta sotto sequestro giudiziario, mentre il proprietario e l’occupante sono stati denunciati per violazione delle norme ambientali e di tutela del patrimonio archeologico nazionale. Un episodio questo (sicuramente non il solo, vista la pratica abbastanza diffusa in passato e non solo, nella zona flegrea, di riutilizzare abusivamente strutture antiche per altri scopi) che mette in evidenza come ci sia da parte delle istituzioni l’impotenza di applicare un controllo capillare su un territorio che di per se è una risorsa storico-ambientale e che se tutelata in maniera concreta, potrebbe diventare una realtà di sviluppo per l’economia locale.
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