Per dire no alla guerra in Libia, studenti, famiglie e associazioni arrivate da tutta Italia. Né con Gheddafi, né con la guerra, ma con ogni popolo sfruttato. Niente spese militari e più soldi alla cultura, recitavano alcuni cartelli. Hanno aderito alla manifestazione anche i Cobas campani, per sottolineare e portare avanti il proprio impegno contro “un governo delle guerre, della repressione e della disoccupazione”. Tra le altre sigle, Fiom e Usb.
Gli organizzatori del corteo hanno fatto sapere: “Abbiamo scelto Napoli perché rappresenta ormai il centro nevralgico di tutte le operazioni assurde che si stanno conducendo in territorio libico”. Visto l’enorme numero di partecipanti, però, è stato possibile dimostrare anche un’altra Napoli, ovvero uno dei punti nevralgici, in Italia, in quanto a paficismo e attivismo.
Il corteo è partito da piazzale Tecchio, quartiere Fuorigrotta, per attraversare Agnano e Bagnoli, sede della base Nato. Per porre l’accento su ciò che muove ogni interesse verso la guerra combattuta in Libia, un fitto lancio di uova contro una sede Unicredit banca, ma questo sarà l’unico gesto di dissenso espresso con altri mezzi che non siano slogan e cori pacifisti. Quelli accompagneranno i tremila manifestanti per tutto il tragitto.
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