La possibile chiusura del Metrò del mare causa malumori in politica. Il presidente della Regione, Stefano Caldoro, tuona: “Impossibile toccare fondi pubblici, paghino i turisti”. Solo due giorni fa, la brutta notizia: a causa del sempreverde tema dei fondi mancanti, il Metrò del mare, che dal 2000 collega Napoli a Salerno e tutte le zone costiere e turistiche di maggior rilievo in Campania, rischia di chiudere, già a partire dalla prossima estate. Non per il mancato successo dell’iniziativa, che dai circa 40mila passeggeri del primo anno è passato ad una media che supera i 200mila, bensì per i pochi fondi pubblici. Perché questi coprono il servizio, come spiega Caldoro, per l’80%: “sono risorse che togliamo ai cittadini”. Il presidente della Regione, quindi, chiede che siano esclusivamente i turisti a pagare affinché il servizio non subisca la soppressione. Caldoro intende risolvere la questione alla vecchia maniera: l’aumento sui biglietti, tema fin troppo scottante, recentemente. Il Metrò del mare si è rivelato essere un servizio di successo fin dai primi anni di rodaggio. L’amministratore delegato della Snav e presidente del consorzio Metrò del mare, Raffaele Aiello, cita un’indagine realizzata lo scorso anno dal consorzio, confermando gli effetti positivi che il servizio ebbe anche sul traffico in autostrada: nel corso degli ultimi dieci anni, 700 mila gli spostamenti in meno effettuati con le automobili. Senza contare che il mezzo alternativo non è apprezzato solo dai turisti, ma anche e soprattutto dagli stessi cittadini campani. Secondo la stessa indagine, infatti, si scopre che il 10% dei passeggeri proveniva da paesi esteri, il 16% da altre regioni italiane e ben il 74% dalla Campania.
Mentre Caldoro propone l’aumento del costo dei biglietti per ripristinare il Metrò, dall’opposizione giungono voci di sdegno per la poca scaltrezza con cui è stata curata l’iniziativa. Per Mario Casillo, consigliere regionale Pd e segretario della IV commissione Trasporti e Urbanistica, sopprimere il servizio sarebbe “una decisione assurda che danneggia i pendolari e rischia di dare un colpo durissimo all’economia dei comuni turistici, proprio in prossimità della stagione estiva”.