Crollo a Napoli, presso la chiesa di Sant’Agostino alla Zecca: solo un miracolo ha evitato il peggio. Intorno alle 8.30 di questa mattina, infatti, un blocco di piperno proveniente dal campanile si è staccato frantumandosi al suolo. Sotto la monumentale chiesa, che si trova tra corso Umberto I e il quartiere Forcella, vi è sempre una via vai continuo di persone, compresi gli impiegati dell’Agenzia del territorio, i primi a vedere lo scempio e a dare l’allarme, circa mezz’ora dopo. Nessun danno a persone, quindi, ma si può parlare a pieno titolo di tragedia sfiorata, in quanto non è inusuale che nei vicoletti adiacenti stazionino, di tanto in tanto, anche i senza tetto. L’edificio risale al 1259, al tempo del regno di Carlo I d’Angiò. Tra il Seicento e il Settecento vi fu un restauro dovuto al terremoto del 1697. Contrariamente, alle porte del nuovo millennio e dopo il tragico terremoto del 1980, la chiesa è stata oggetto di incuria e false promesse. L’ex ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, aveva deciso di inserire, solo tre anni fa, l’edificio di Sant’Agostino alla Zecca nel novero del Fondo edifici per i lavori di riqualificazione. All’indomani della vittoria del Pdl al governo, nel 2008, anche il premier Silvio Berlusconi si fece carico del restauro, con tanto di budget stanziato come certo: un milione e seicento mila euro per tetto e facciata. Ma ancora oggi la chiesa permane in stato di abbandono e il crollo di stamane era assolutamente prevedibile. Per il momento la zona intorno è stata recintata fino a nuovo avviso.
La statua di Sant’Agostino che si trova all’interno dell’edificio è opera di Giuseppe Sammartino, già autore del maestoso Cristo velato. La chiesa di Sant’Agostino alla Zecca è una delle più famose del capoluogo campano, vantando numerose riproduzioni e una pessima gestione da parte della Soprintendenza ai Beni culturali. Dopo i crolli di Pompei e della Villa Lancellotti di Portici, l’incuria dei beni artistici colpisce anche la città di Napoli.