Eppure il biglietto UnicoNapoli è aumentato di soli 10 cent, da 1,10 euro agli attuali 1,20, “a Palermo il biglietto costa 1,30, mentre a Genova, addirittura, 1,50“, spiega ancora l’assessore. Paragoni sensati, se si esula dall’esclusione di comuni vicini al territorio partenopeo, come San Giorgio a Cremano o Portici, dalla fascia Unico Campania, che di fatto non esiste più: gli studenti del vesuviano dovranno raggiungere l’università sborsando 1,60 euro, per una corsa in treno che va dai 10 ai 15 minuti. Ai più la giustificazione di Vetrella è parsa priva di fondamenta: la maggior parte dei cittadini che il prossimo 9 aprile intende manifestare contro gli aumenti è concorde con l’idea che il debito sarebbe già risanato se vi fossero più controlli in grado di garantire che tutti convalidino il proprio biglietto.
In sostanza, i portoghesi (termine gergale per indicare una persona che usufruisce di un servizio senza pagarlo) che prima non pagavano 1,10 euro, di certo non sborseranno 1,20 euro. Una stangata, quindi, che colpisce sempre i soliti onesti cittadini.
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