Continua il degrado a Pompei: un blocco enorme di cemento armato occupa ancora la zona intorno alle mura, nei pressi di Porta Nola. Costato cinque milioni di euro e commissionato cinque anni fa, nel 2006, il maestoso cubo è ancora in costruzione. Una pagina facebook, Stop Killing Pompeii Ruins, e soprattutto la redazione de Il Gazzettino Vesuviano, si occupano del caso, chiedendo l’intervento della Soprintendenza per i Beni Culturali. Non solo un pronto stop ai lavori, per una sorta di bunker di cemento armato che doveva ospitare alcuni uffici, bensì tutta una serie di iniziative legate al dissenso verso chi cerca di degradare, più di quanto non sia già accaduto per i recenti crolli, un patrimonio artistico così ricco come quello di Pompei.
Come si legge sul bando pubblicato il 9 agosto 2006, l’ecomostro che regna tra gli scavi doveva ospitare depositi e uffici per il personale e per il magazzino archeologico. A cinque anni, i lavori sono ancora fermi. Dalla pagina facebook che ha denunciato il caso con Il Gazzettino Vesuviano si leggono informazioni circa i costi: “La realizzazione doveva costare 3 milioni 796mila euro, somma a cui va sottratta la percentuale del 25,746% di ribasso per l’aggiudicazione. Ma, nella fase attuativa iniziata durante la gestione commissariale, l’importo lievita fino 4 milioni 906mila euro”.
Ironicamente, poi, si chiede al ministro per i Beni Culturali di costruire “già che ci siamo, uno stadio al posto del Colosseo o delle villette a schiera al posto delle domus romane”. Continuando nella descrizione dell’attuale degrado, si legge: “La vera e propria violenza che gli Scavi di Pompei stanno subendo ultimamente con il finto restauro del Teatro Grande ci hanno spinto ad intraprendere altre iniziative, che vanno anche al di là del nostro mero compito informativo”.
La provocazione circa una eventuale costruzione di uno stadio al posto del Colosseo, infatti, ironizza sul tipo di “restauro” eseguito nel Teatro Grande, talmente “restaurato” da risultare una costruzione “ex novo”.