Sfuma sempre di più il sogno di rivitalizzare la funicolare del Vesuvio. La stazione istituita dalla famiglia Cook nel 1903 è ora teatro di incuria e vandalismi, a dispetto del milione e ottocentomila euro spesi per il progetto di ristrutturazione. Si tratta di uno spazio di cinque mila metri quadri situato in zona San Vito a Ercolano. Gli accessi sono chiusi dai catenacci, ma cocci rotti e una centralina elettrica devastata testimoniano che poco hanno potuto fare le chiusure forzate per i raid teppistici.
Il presidente del Parco del Vesuvio, Ugo Leone, spiega l’attuale condizione della stazione: “Mancano ancora arredi interni e vanno sistemate le aree adiacenti”. La funicolare risultò operativa fino al 1944, anno dell’ultima eruzione del vulcano. Oggi il percorso è possibile soltanto per mezzo di autobus messi a disposizione dai vari tour operator. Il recupero della stazione Cook avvenne nel maggio del 2009 e il sogno di riottenere la tratta mozzafiato sembrava vicino con l’istituzione del progetto Trenino rosso del Vesuvio e relativo premio del valore di centomila euro.
Un treno che potrebbe collegare Ercolano al Vesuvio in 20 minuti e accogliere dai 1500 ai 2000 passeggeri l’ora. Il progetto potrebbe comprendere tre fermate intermedie per aree ristoro e varie escursioni, con tappa all’Osservatorio e, addirittura, un albergo a ridosso delle pendici. L’investimento ammonterebbe a 63 milioni di euro, ma le attuali condizioni della stazione lasciano poco sperare in una rinascita in breve tempo.
L’ex sindaco di Ercolano, Nino Daniele, voleva istituire una scuola per la protezione civile, tra una costruzione e l’altra, forse timido tentativo di non lasciare l’idea ottocentesca di Cook in mano ai teppisti. Ma questi non sono gli unici responsabili del degrado: in una piccola stanza, infatti, sono stati ritrovati migliaia di libri guida sul Vesuvio pronti per i turisti, tutti finiti di stampare nel 2009, appunto. Da allora, nonostante i milioni tirati in ballo, in molti hanno sottovalutato l’importanza del progetto.