Oltre centomila metri cubi di spazzatura invadono i sotterranei di Napoli, in zona Capodimonte. Si parla di una zona che avrebbe potuto fungere da sito turistico o artistico, quasi quanto gli scavi di Napoli Sotterranea. Invece le grotte di Capodimonte sono adibite ad immenso monnezzaio, con rifiuti di ogni genere.
Attraverso un palazzo sito in via Emilio Scaglione si accede alla lunga scalinata che porta alla galleria: rifiuti per centomila metri cubi, una dozzina di colline più o meno alte in cui i cittadini si sono sbizzarriti a posarvi di tutto. Gli scarti venivano gettati, per la maggior parte dei casi, attraverso un pozzo: un volo di circa 40 metri e l’atterraggio in galleria. Antonio Boschetti è leader di un gruppo di cittadini che, in primo piano, si battevano per la riqualificazione del luogo. Il vulcanico speleologo urbano, Luca Cuttitta, leader degli speleologi de La Macchina del Tempo, spiega: “Ecco un esempio di stupidità, perché questo posto poteva essere utilizzato in mille modi: io penso naturalmente a uno sfruttamento scientifico o turistico, ma se fosse finito nelle mani di un affarista avrebbe potuto essere trasformato in un parcheggio interrato, in una immensa sala conferenze o nella sede di un innovativo shopping center sotterraneo. E invece i napoletani cos’hanno fatto? L’hanno usato come immondezzaio. Assurdo”.
Immense le dimensioni della cava di tufo adibita alla più grande discarica abusiva finora venuta alla luce: sotto via Emilio Scaglione si nasconde di tutto, frigoriferi, poltrone, ciclomotori, armadi, bidoni, le colline di rifiuti sono alte come palazzine e in ogni momento, se si visita la zona per sopralluoghi, potrebbe avvenire il lancio di nuovi oggetti dall’alto del famoso pozzo. Nonostante la vicenda sia già nota (da qui la mobilitazione di Boschetti), le istituzioni sembrano ignorare la gravosa presenza di una Napoli Sotterranea che ha ben poco in comune con i meravigliosi scenari storici conosciuti.