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Categories: CronacaNews

Napoli abbandonata: maiali e capre nell’ ex casa dello studente

L’ ex casa dello studente, l’ immobile che fu residenza per gli studenti della vicina facoltà di Veterinaria, oggi, oltre a versare in uno stato di completo abbandono dal punto di vista strutturale, è diventata un porto di mare per rom, clochard, tossicodipendenti e, all’ occorrenza, addirittura di satanisti.

Costruito sul finire degli anni settanta, l’immobile fu occupato dai terremotati e più volte si è parlato di recupero, ma la Regione, unica proprietaria, non ha mai concretizzato alcun progetto. Anni fa arrivò la possibilità  di una riqualificazione con la proposta di acquisto del Formez, l’ ente di formazione di Pozzuoli, che avrebbe dovuto realizzarvi la nuova sede, ma anche questa prospettiva fallì. Attualmente ad abitare  le sale dell’ immobile  sono rimasti alcuni animali come maiali e capre, tenuti in cattività in pessime condizioni igienico-sanitarie.

È lercio ed affamato il maiale ritrovato in stato di completo abbandono in una delle stanze dell’ abitato e, a giudicare dagli “avanzi” di vecchi libri che ha accanto a sé, non mangia da giorni, guardandoti stranito, quasi a meravigliarsi della presenza umana in luogo così lugubre. Vive così, abbandonato a se stesso, ma non è il solo: insieme a lui nell’ abitato convivono anche un pastore tedesco, il più delle volte impaurito al rumore dei passi umani, e due capre, una bianca e l’ altra nera, che si cibano di carta, arbusti, vegetazione e altri rifiuti sparsi su ogni piano del vecchio abitato. Un vero e proprio inferno  per gli animali imprigionati da qualche scellerato che  ha voluto rinchiuderli, abbandonandoli nei locali dell’ex campus universitario.

Alcuni residenti di vico Paradisiello, anfratto che s’ affaccia sulla struttura, raccontano che in passato vi sono stati interventi di polizia e carabinieri per verificare la veridicità di voci che identificavano la struttura come luogo di culto per riti satanici. I residenti raccontano che fino a qualche mese fa la struttura sarebbe stata addirittura abitata da un cavallo che viveva ai piani alti,  in corrispondenza dell’altro ingresso della Casa, in salita Moiariello. Molti animali con il passare dei mesi hanno vissuto in cattività nell’ abitato, abbandonati al loro destino senza cibo né acqua, come il triste caso del suino che vaga tra una stanza e l’altra, famelico e terrorizzato.

La municipalità dichiara di avere le mani legate, come sottolinea il presidente Alfonso Principe, non avendo competenza in materia, anche perchè purtroppo le istituzioni che dovrebbero occuparsene lasciano che l’ immobile versi nel piu’ totale degrado ed abbandono. Principe  racconta di aver avuto un incontro con l’ ex assessore regionale alla Ricerca scientifica per riqualificare il bene. Il progetto prevedeva di realizzare uno studentato per i tanti fuori sede che sono a Napoli: promesse… ma poi è passato del tempo e nulla fu fatto. Nonostante le continue segnalazioni della vicina parrocchia di Santa Maria degli Angeli, che parla di ragazzi che si introducono nella struttura in disuso, le istituzioni non provvedono a mettere  in sicurezza l’ abitato, una struttura che andrebbe riqualificata per stabilirne finalmente la destinazione d’uso.

Molti cittadini della zona dichiarano inoltre che, oltre al danno, vi è anche la beffa: infatti, l’ex casa dello studente è citata nel volumetto su Capodimonte promosso dalla III municipalità per valorizzare le bellezze del territorio. Peccato che al sito abbiano accesso solo animali, malintenzionati e satanisti.

Dario Aloja

Nato a Napoli, nel 1982, nel quartiere "Arenella", a metà strada tra il centro storico e la moderna zona collinare, Dario Aloja vive, da subito, le forti contraddizioni di una città divisa tra le nostalgie di un passato di capitale europea e un presente di metropoli labirintica, che ingoia sogni e speranze delle nuove generazioni. Come tanti giovani del terzo millennio, Dario avverte l'abisso che divide l'odierno modello capitalistico, che mondializza i totem tecnologici di una società alienante e disumanizzante, e le ragioni del cuore, il bisogno di gridare al mondo le esperienze del proprio vissuto, le emozioni dell'incontro con "l'altra metà del cielo". E questo magma incandescente di pulsioni, stati d'animo, sentimenti, affiora in superficie, diventa sfogo lirico, si fa "Pelle Libera".

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