La Pizza Napoletana si appresta a diventare patrimonio culturale della città, protetta dall’Unesco.
È quanto chiede il Comune di Napoli che, finalmente, si schiera dalla parte dei pizzaiuoli, che chiedono da tempo la registrazione del marchio come bene da difendere.
Già fortemente radicata nella tradizione partenopea, la pizza non rientra nei beni protetti dall’Unesco, nonostante i vari tentativi già promossi in passato.
Su una nota del Comune si legge che si è ormai pronti a schierarsi “al fianco dei pizzaioli napoletani nel promuovere, presso il ministero delle Politiche agricole, la candidatura dell’Arte della Pizza Napoletana nell’elenco del patrimonio immateriale dell’Unesco”.
Solo qualche mese fa la pizza stava perdendo addirittura il suo marchio Stg, mossa che costrinse i professionisti del mestiere ad un viaggio in tempo record alla volta di Roma.
Sconfitto il pericolo, anche il Comune si dice partecipe, ormai sollevato dall’affaire dimissioni.
“Come assessorato al Turismo era naturale che appoggiassimo la richiesta dei pizzaioli. La pizza ormai è parte integrante dell’immaginario legato alla città e, celebrata com’è da tanti film e libri al pari delle nostre bellezze architettoniche, è parte importante del pacchetto Napoli e aspettativa dei nostri visitatori”, spiega Maria Grazia Pagano.
L’incontro tra l’Unesco, nella figura del coordinatore del gruppo di lavoro, Pier Luigi Petrillo, e il presidente dell’Associazione Pizzaiuoli, Sergio Miccù, avvenne lo scorso gennaio. Al colloquio prese parte anche Giovanni Scepi, autore del dossier per la candidatura, ma non vi fu un pieno appoggio dal Comune.
“Da circa un anno il ministero stava già lavorando con l’Associazione pizzaiuoli napoletani al progetto Arte della pizza napoletana; trattandosi di valorizzare un’eccellenza culinaria della città di Napoli, il ministero ha contattato il Comune più volte, telefonicamente, via email e poi per iscritto, chiedendo la collaborazione ed il supporto dell’assessorato al Turismo”, spiegava il ministro Giancarlo Galan, “e il Comune che ha fatto, come ha reagito? In nessun modo, totale disinteresse, generando in tal modo non poco sconcerto”.
Stavolta, sembra, sarà la volta buona per uno dei marchi inconfondibili della città.