E’ stata inoltrata stamattina all’On. Luigi Cesaro, Presidente della Provincia, la richiesta ufficiale per l’autorizzazione di un nuovo sopralluogo nella discarica di Chiaiano . Firmataria della lettera, la consigliera del comune di Marano Stefania Fanelli, che chiede per la giornata di sabato, 12 marzo, il permesso di accedere nuovamente alla cava insieme ad una delegazione di rappresentanti di comitati civici, tecnici e dell’amministrazione comunale cui afferisce.
La domanda è motivata dalla crescente preoccupazione delle istituzioni municipali e dalla tensione suscitata nella popolazione derivanti dalla diffusione di notizie incontrollate circa l’ampliamento dell’attuale discarica o dell’apertura di un nuovo impianto all’interno della cava di tufo. La stessa consigliera, inoltre, lancia un appello affinché si provveda da parte delle autorità a fornire indicazioni precise circa lo stato di saturazione dello sversatoio e la programmazione della sua chiusura, già annunciata per il mese prossimo: “I cittadini hanno il totale diritto di conoscere quale sarà il futuro del proprio territorio”, rivendica la Fanelli in un passaggio della lettera a Cesaro.
L’allarme di “lavori in corso” era già scattato il mese scorso per la circolazione di foto che documentavano strani movimenti nel sito, nonché per le rivelazioni apparse su alcuni articoli di stampa riguardo ad un “ampliamento, portato avanti in gran segreto sotto forma di restyling”.
Le segnalazioni, però, erano risultate infondate e, anzi, dalla direzione tecnica in Via Cupa dei Cani giunsero annunci confortanti circa la fine del conferimento dei rifiuti in discarica: l’ing. Paolo Viparelli, responsabile per l’Ibi della gestione del cantiere, avrebbe assicurato la fine delle operazioni per il mese di aprile.
Intanto, però, in attesa della chiusura della “tomba di immondizia” -fossa scavata per 60 metri in profondità nel banco tufaceo a poche centinaia di metri dal centro abitato-, della bonifica e della riqualificazione del territorio, i cittadini di Marano aspettano ancora di essere coinvolti pienamente nel ciclo virtuoso della differenziata, avviata solo in alcune zone della città.