Si è tenuto stamattina il convegno “Riconquista la tua libertà”, in Villa Doria D’Angri a via Petrarca. L’incontro, previsto per le 10.00, ha focalizzato l’interesse su un fenomeno in costante crescita: lo stalking, termine anglosassone (trad. “fare la posta”) ormai comunemente diffuso, con il quale si fa riferimento alla violenza psicologica agita sulla vittima attraverso una serie di molestie, comportamenti persecutori e la continua interferenza nella sua vita privata al fine di controllarla.
Tale tipologia di violenza è stata solo recentemente configurata come un reato penale e, in quanto tale, introdotto nel nostro ordinamento giuridico con una legge (articolo 612bis) nell’aprile 2009: la pena prevede da 6 mesi a 4 anni di reclusione. Prima di questa data, tutte quelle azioni che oggi configurano il crimine non erano perseguibili. Se pertanto il caso non fosse diventato eclatante e la persona perseguitata non fosse assurta agli onori della cronaca perché finita all’ospedale per maltrattamenti, percosse e/o stupro –nel caso di vittime femminili- o in tv e sui giornali perché vittima di omicidio, non c’era modo di intervenire sulle vessazioni, tenere lontano l’oppressore e, dunque, arginare il fenomeno e prevenire un esito drammatico. Con l’aggiornamento del nostro codice penale (avvenuto tra l’altro con forte ritardo rispetto alle normative europee), oltre ovviamente alle vere e proprie aggressioni fisiche, prefigurano un comportamento illecito anche sms, e-mail, fiori e regali non graditi, continue telefonate, appostamenti, pedinamenti e minacce: insistenze assillanti e perduranti nel tempo che, al di là della possibilità che sfocino in un gesto estremo (e chi può mai prevederlo con certezza?), turbano in modo grave la tranquillità di chi le subisce, causando stress, ansia, timore per la propria incolumità, compromettendo l’equilibrio psichico e costringendo finanche a cambiare abitudini di vita e luoghi di frequentazione.
Nella maggior parte dei casi si trasformano in stalkers ex-partner, mariti o mogli, fidanzati/e o amanti abbandonati che, incapaci di elaborare l’abbandono, nell’ossessione di recuperare una relazione della quale hanno perso il controllo, attivano soluzioni esasperanti nel tentativo di mantenere vivo il contatto con l’oggetto del loro interesse. In altri casi sono amici o conoscenti respinti che, frustrati dall’impossibilità di ottenere ciò che desiderano, si sforzano di persuadere e piegare l’altra persona.
Solo rarmente, nel 6,2% dei casi, lo stalking è effettuato da estranei.
Napoli, dunque, promuove il dibattito organizzando un momento di riflessione e si attrezza con la presenza sul territorio di una struttura, lo sportello anti-stalking, dove sia uomini che donne possano trovare ausilio e assistenza.
Il convegno ha ottenuto il patrocinio dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” ed è stato organizzato dall’Associazione ONLUS “Un patto per la vita”. Il prof. Alberto De Vita, docente di diritto penale presso la Parthenope, ha relazionato sulle luci ed ombre dello stalking; la dott.ssa Fabiana Ricciardi, psicologa, ha focalizzato il suo intervento sulla vittima, mentre la dott.ssa Marielena Masciello criminologa, sul modus operandi dello stalker; lo stalking come reato, alla luce delle recenti interpretazioni giurisprudenziali, è stato il contributo dell’avv. Ernesto Palmieri.
Ancora l’Associazione ONLUS “Un patto per la vita”, in collaborazione con l’EDIP, associazione professionale di psichiatri e psicologi nutrizionisti, ed in sinergia con le forze dell’ordine hanno promosso lo sportello, sito in via Bonito, 6.
Un’equipe di psicologi, psicoterapeuti, sociologi, criminologi e avvocati metterà a disposizione professionalità ed esperienza per supportare con consulenze e informazioni, nonché con terapie socio-psicologiche non solo le vittime, ma anche gli stalkers.
Il centro si distingue per essere aperto anche agli uomini: si calcola infatti che per il 33% dei casi ad essere tormentati siano stati loro. Le donne, finora, hanno potuto contare su altre strutture di ascolto e di prima accoglienza, come il “Centro Donna”, per vittime di qualsiasi tipo di violenza, nel parco Carelli di via Posillipo, mentre è di questi giorni la notizia della prossima apertura di un rifugio comunale per donne vittime di stalking, il cui indirizzo sarà reso noto durante la conferenza stampa di inaugurazione del “Marzo donna” (serie di iniziative promosse dal’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Napoli)