Arriva a Napoli, al teatro delle palme dal 23 al 27 febbraio 2011, la trasposizione teatrale di “I pugni in tasca” a quarantaquattro anni dopo la versione uscita per il grande schermo.
Il regista Marco Bellocchio durante un’intervista ha così commentato questo spettacolo:
“I pugni in tasca deve innanzitutto rinunciare alla sua fama di film reannunciante il ’68, il film della rivolta contro le istituzioni, la famiglia, la scuola, la religione ecc ecc. È vero che girò il mondo, divenne un film di culto e colpì molti giovani, ma è acqua passata, nessun rimpianto, nessuna nostalgia. Io oggi penso a I pugni in tasca come a un dramma della sopravvivenza in una famiglia dove l’amore è del tutto assente. Si vive in un deserto di affetti senza nessuna prospettiva per il futuro, una situazione di immobilità assoluta che fa pensare a un carcere o a un manicomio senza speranza di guarigione, rieducazione, riabilitazione, rinascita. Un manicomio o carcere interiori perché non ci sono sbarre e le porte sono aperte”.
La chiave centrale dell’opera è il modo in cui un gruppo di fratelli cerca di sopravvivere e di fare i conti con il fratello folle che urlando ricorda continuamente il suo passato, la sua rabbia, il suo odio, il suo dolore. Parliamo di una famiglia in cui la madre apparentemente generosa e di buon cuore in realtà impone a tutti i fratelli la sottomissione al primogenito. I figli sono costretti così a vivere nei rari momenti di pace e di non follia di questo fratello maggiore, sono persone senza scopo, analfabete, senza una posizione, privati di tutto sprecano la loro giovinezza.
L’unico che lavora è Augusto il quarto fratello che amministra male un patrimonio terriero che rende poco e permette alla famiglia una vita confortevole ma senza alcun lusso. Gli elementi ricorrenti dell’opera sono essenzialmente tre: immobilità, inerzia, ripetitività. Ma come in tutti i drammi ad un certo punto c’è una svolta: Alessandro compie un delitto. Si accende così un motore e da quel momento la sua vita prenderà velocità.
Ambra Angiolini intervistata circa il suo primo provino ha commentato “Fu un disastro, perché non riuscivo a smettere di piangere. Piansi per tutto il viaggio di ritorno a casa. Marco è una persona priva di pregiudizi, ricco di una sana curiosità e si è fatto sorprendere: mi ha richiamato al festival di Bobbio, abbiamo girato un cortometraggio e soprattutto mi ha coinvolto nella versione teatrale di I pugni in tasca”
Nel cast troviamo anche: Stefania De Santis e Piergiorgio Bellocchio nel ruolo di Lou Castel.
Della storia Ambra invece dice “è una storia di grande impatto anche per chi il ’68 non l’ha vissuto. Più che nel contesto politico, che resterà lo stesso nella versione teatrale, il fascino è in quello familiare. È una famiglia che non riesce a controllare le distanze e in cui c’è qualcosa di torbido che è anche modo di comunicare. Ho letto una corrispondenza tra Bellocchio e Pasolini, che definiva I pugni in tasca un cinema di Prosa che ogni tanto sfocia nella poesia. Mi sembra una riflessione perfetta per tutto il cinema bello”.
“I pugni in tasca”, con Ambra Angiolini, al Teatro delle palme
Presso Teatro delle Palme
via Vetriera a Chiaia, 12, Napoli
Dal 23/02/2011 al 27/02/2011
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