Luigi Martino, arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Caserta per associazione a delinquere di stampo camorristico, nel corso di alcune conversazioni avrebbe definito gli immigrati africani uccisi dal gruppo di Giuseppe Setola il diciotto settembre duemilaotto a Castevolturno semplicemente come “sacchi di carbone“. Frasi choc emerse dalle intercettazioni che spingono il Gip Nicola Miraglia unitamente ad un pool di Pm a spiccare un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del Martino.
Luigi Martino, secondo le intercettazioni, parla con Nicola Panaro della strage di Castel Volturno, affermando che si sarebbe potuta evitare una strage così “plateale”, e che lui quei “sacchi di carbone” li avrebbe uccisi in un altro modo: “Sai come li doveva uccidere? Doveva prenderli uno a uno ed annegarli immergendoli con la testa nel fiume. Dalle indagini emerge anche un altro episodio particolare: Setola infuriato dalle continue domande della figlia, andò a protestare con un insegnate a scuola, poichè a suo avviso, nessuno poteva permettersi di chiedere alla bambina che lavoro facesse suo padre.
La Dda partenopea, nell’ ambito della stessa inchiesta ha notificato un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere per Luigi Russo, compagno di Margaret Florence Perham proprietaria del cinquanta per cento della discoteca “Divino“ di Agnano, dove Lele Mora è stato special guest a una festa ed alcune riprese del party sono state trasmesse dalla trasmissione “Anno Zero“. Martino e Russo sono ritenuti fiancheggiatori del capo dell’ala stragista dei Casalesi, responsabile di numerosi omicidi e attentati in provincia di Caserta, arrestato nel duemilanove dopo una breve latitanza.
L’ intercettazione ambientale effettuata a luglio duemilanove, parla di un attentato senza precedenti ai danni dei paracadutisti della Folgore, i militari inviati dal governo in provincia di Caserta per contrastare la strategia del terrore scatenata dal gruppo Setola nella primavera duemilaotto.
Secondo la ricostruzione del Martino, il piano di Setola che avrebbe voluto colpire i parà appare appare tutt’ altro che campata in aria, infatti, gli investigatori registrarono e monitorarono, grazie ad un’ attenta attività d’ intelligence, la volontà da parte del boss di alzare ulteriormente il livello dello scontro attuando la strategia del terrore.
la Procura contesta a Setola e agli altri imputati le aggravanti della finalità terroristica e dell’odio razziale nel processo che li vede protagonisti per la strage di Castel Volturno. Il ministro dell’ Interno Roberto Maroni, che sarà sentito come testimone in aula, dichiara: “alla guerra civile dichiarata dalla camorra contro lo Stato abbiamo voluto reagire con provvedimenti straordinari dettati dalla crudeltà dell’evento”. A cominciare dall’invio sul territorio dei parà della Folgore che la camorra era pronta a sfidare senza alcun timore.
I commenti sono chiusi.