Il presidente di Tod’ s Spa Diego Della Valle, intervenendo agli Stati Generali di Roma Capitale, ha parlato del ripristino della “Schola Armaturarum Juventis Pompeiani“, che, circa duemila anni fa, prima che la tragica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. la seppellisse insieme ad altre strutture di Pompei, fu la palestra di molti degli atleti dell’antica città. La “Casa dei Gladiatori”, chiamata così da guide e turisti, crollò il sei novembre del duemiladieci, finendo completamente distrutta. Macerie ora giacciono dove un tempo fu edificata la struttura che custodì per decenni armature e trofei militari degli uomini di Pompei.
Della Valle ha espresso la volontà di dare una mano concreta a Pompei, e, pur comprendendo le difficoltà delle operazioni di ripristino, crede che gli interventi possano essere di minore portata rispetto a quelli del Colosseo. Il presidente esprime la sua volontà di volersi affiancare, per questa operazione, ad uno staff di imprenditori, soprattutto composta da napoletani, che armati di coraggio e amore per la propria città, riescano a far rinascere l’ antica “Schola” di Pompei. L’ iniziativa, secondo Della Valle, partirebbe coinvolgendo imprenditori partenopei disposti ad adottare, oltre alla “Casa dei Gladiatori” anche altre aree di restauro. Della Valle ha spiegato che, sono circa mille e cinquecento le abitazioni di Pompei che dovrebbero essere “adottate” e ristrutturate. Il presidente chiede agli imprenditori napoletani “cifre accettabili” , per contribuire sensibilmente e concretamente al restauro di una grande realtà come Pompei.
Storicamente la “Schola”, fu costruita lungo la via dell’ Abbondanza, una delle strade principali della città, percorsa ogni giorno da centinaia di Pompeiani. Nella grande sala della struttura, furono rinvenute molte armature adagiate su scaffali di legno, oltre a pregevolissimi dipinti di trofei ed effige raffiguranti successi bellici. Dopo il crollo, l’ attività turistica fu interdetta e la Schola risulta accessibile soltanto dall’esterno, mentre il tratto antistante è stato transennato e chiuso al pubblico.
Il disastro di Pompei sollevò nell’ opinione pubblica, polemiche, indignazione e sconcerto, tanto che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlò di “vergogna per l’Italia”, ma, fin dai primi minuti la Sovrintendenza cercò di chiarire l’ accaduto e dichiarò che il cedimento era stato dovuto, con molta probabilità, alle piogge. Alla luce dei primi accertamenti, il dissesto che provocò il crollo fu imputato ad uno smottamento del terrapieno che si trovava a ridosso della costruzione per effetto delle abbondanti piogge e del restauro in cemento armato compiuto in passato. Oggi si spera che la scelta di Della Valle possa, grazie all’ aiuto e disponibilità degli imprenditori partenopei, donare nuova luce alla città di Pompei, oltre a un nuovo flusso turistico che sicuramente porterà ricchezza e rinnovata importanza alle zone interessate dagli scavi.
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