Sognare non costa niente, è così che si dice, ma sognare a Napoli è un pò più difficile, soprattutto se il tuo sogno riguarda la musica. Sacrificio, studio, ostacoli continui e una concorrenza infinita sono le componenti del percorso del sogno in questione, alle quali bisogna aggiungere le problematiche che questa città ha in più rispetto alle già numerose che accomunano tutti i giovani italiani. Portare avanti una passione con l’obiettivo di renderla il proprio lavoro equivale letteralmente a nutrirsi di quella passione!
Nel Giugno del 2010 tre amici, reduci di una band hard rock napoletana ormai disgregata, si ritrovano per decidere il proprio futuro e provano a nutrirsi della loro passione per la musica, nonostante il ricordo consegni loro il fallimento delle proprie aspirazioni adolescenziali da rockstar. Ma il senso di vertigine che investe Livio Annunziata (voce e armonica), Francesco Sciorio (basso) e Pasquale Falco (chitarra) si trasforma nell’entusiasmo necessario per dare avvio a un nuovo progetto. I tre riprendono a comporre, recuperando anche quanto di buono avevano già fatto. Il sound duro delle origini matura aprendosi al rhythm and blues, senza perdere la carica del rock. L’inglese dei primi testi è sostituito dall’italiano, cui si aggiunge la forza espressiva del dialetto napoletano. L’idea è quella di puntare all’essenziale, a una musica in cui alla semplicità e all’energia del giro armonico di base si combinino testi spontanei ma non per questo banali. I ritornelli, come nella migliore tradizione del blues e del rock and roll, sono immediati, pensati per restare impressi nella mente anche del più distratto ascoltatore. È semplicemente musica, fatta per essere suonata e cantata. “La mia città”, brano il cui testo evidenzia le contraddizioni che vive chi si trova ad amare una terra come quella campana, rappresenta il primo risultato della trasformazione in atto.
Intanto il gruppo si allarga, si uniscono al progetto il chitarrista solista Florio Ciaglia, alias Baggins, e Pasquale Di Marino, che prende posto alla batteria completando il quintetto. Il loro piccolo miracolo si è compiuto: dalle ceneri del vecchio gruppo ne è nato un altro completamente diverso. Sono nati gli ArtRePaz.
La band produce in pochi mesi dieci brani – e altri sono in cantiere per il futuro – di cui cinque sono scelti per l’incisione del loro primo EP, Via Soffritto. Il rapporto con la propria terra ricorre in brani quali “‘O barone” ed “Epifania” (non ancora incisi), in quest’ultima attraverso un taglio più introspettivo. I testi di “Il verso giusto”, “Il ciuccio vivo”, “L’arte d’ ‘e pazze” (che prende il titolo dal nome della band) riprendono un’altra delle tematiche care al gruppo, quella della necessità di osservare il mondo da prospettive diverse.
Più ironica, ma altrettanto intensa, è la seconda traccia dell’EP, “‘O scustumato“, il cui titolo si riferisce, come spiega la voce campionata di Eduardo De Filippo a inizio brano, all’«unica cosa che quando parla dice la verità», lo specchio.
I cinque brani che compongono l’EP sono pubblicati sulle pagine myspace e facebook del gruppo.
La “voce” del gruppo Livio Annunziata definisce in questi termini la decisione relativa al nome della band, ArtRePaz: “A Napoli l’espressione arte d’ ‘e pazze può avere due significati. Primo: la necessità di dover trovare rimedio a una serie infinita di imprevisti (in questa parte di mondo, tarantelle). Secondo: il colpo di genio che usa le tarantelle, appunto, come materia da cui trarre ispirazione. È la presa di coscienza del fatto che non è la norma, ma sono i piccoli e sani atti di quotidiana follia, a far vibrare il mondo, a tenerlo vivo. È arte“.
Il sogno dunque va avanti, le serate live cominciano a diventare sempre più frequenti e l’agenda del gruppo si riempie, e non certo con i sottoscala di qualche localino di periferia. Questo sabato, 26 febbraio, il palco che li vedrà esibire si trova ad Agnano, in via Scarfoglio, alla sala tre del Duel Beat, palco che è stato teatro di eventi live importanti con artisti affermati e di spessore del calibro di Sergio Caputo, 24 Grana e i Marlene Kuntz. Nell’occasione la band dividerà il palco con Gino Fastidio e gli Insipienti.
Gli ArtRePaz si propongono come una nuova realtà tutta da scoprire nel panorama musicale campano, e a loro vanno i nostri più sentiti auguri.
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