Il Cda della Fondazione Donnaregina, il sedici febbraio 2011, ha rassegnato le sue dimissioni a seguito di una nota ricevuta dal Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, nella quale si annunciava con urgenza la necessità di procedere al più presto alle modifiche dello Statuto, che erano state piu’ volte respinte dal Cda, ma ritenute necessarie dal Fondatore per garantire il futuro del museo “MADRE“. Il Consiglio d’Amministrazione, non sussistendo la possibilità di un confronto e di una discussione appropriata per far notare che l’attuale Statuto non impedisce anzi contempla espressamente la possibilità di ricevere finanziamenti privati, ha ritenuto necessario e doveroso non insistere nel chiedere chiarimenti.
il Presidente Oberdan Forlenza, il Vicepresidente Achille Bonito Oliva e il Consigliere Enrico Santangelo per senso di responsabilità e in coerenza con la dignità del ruolo ricoperto, hanno restituito le cariche nelle mani del Presidente Caldoro, mentre Il Cda resta in carica per l’ ordinaria amministrazione, in attesa della nomina dei successori, che, nell’interesse della Fondazione, si spera avvenga al più presto.
il Cda, nel rassegnare le sue dimissioni, ha fatto notare come in base al bilancio consuntivo del duemiladieci, il disavanzo riscontrato deriva da sospensioni e revoche di fondi che la Regione ha reso note alla Fondazione solo negli ultimi giorni di dicembre, oltre a constatare che, nonostante innumerevoli difficoltà finanziarie, è stato consegnato a Napoli un museo che genera un flusso di oltre settantasei mila visitatori l’ anno, capace di generare risorse significative nonostante il taglio di budget del cinquanta percento rispetto al duemilanove.
Il Cda dimissionario, esprime inoltre l’augurio che il museo MADRE possa conservare ed incrementare il prestigio costruito nei suoi primi sei anni di vita e ringrazia tutti: artisti, curatori, dirigenti e dipendenti della Fondazione e della società di gestione Scabec, professionisti, tecnici, artigiani che hanno lavorato insieme con orgoglio e dedizione al fine di mantenere in vita anche a Napoli, il successo di un’ istituzione culturale di rilevo europeo.
Dario AlojaNato a Napoli, nel 1982, nel quartiere "Arenella", a metà strada tra il centro storico e la moderna zona collinare, Dario Aloja vive, da subito, le forti contraddizioni di una città divisa tra le nostalgie di un passato di capitale europea e un presente di metropoli labirintica, che ingoia sogni e speranze delle nuove generazioni.
Come tanti giovani del terzo millennio, Dario avverte l'abisso che divide l'odierno modello capitalistico, che mondializza i totem tecnologici di una società alienante e disumanizzante, e le ragioni del cuore, il bisogno di gridare al mondo le esperienze del proprio vissuto, le emozioni dell'incontro con "l'altra metà del cielo".
E questo magma incandescente di pulsioni, stati d'animo, sentimenti, affiora in superficie, diventa sfogo lirico, si fa "Pelle Libera".