Ci hanno provato in settimana a smontare il giocattolo fantastico, ma non ci sono giudici sportivi che tengano, il Napoli non lo ferma nessuno. Ieri sera al San Paolo, trasformato in un girone infernale, gli uomini di Mazzarri, hanno fatto capire ai rivali rossoneri (vittoriosi ieri con una grave svista arbitrale) che possono far intervenire anche la “Madunina” , ma il Napoli non ha paura di niente e nessuno. Senza Lavezzi, vittima di un sistema calcistico gestito sempre dai soliti, che tempo fa hanno trovato in Moggi l’unico colpevole, qualcuno temeva in un blocco psicologico della squadra vittima di un sopruso. Invece no, il Napoli senza il Pocho è comunque il Napoli ed il Catania di Simeone, venuto in versione blindata, sperando di portare a casa un pareggio, ha visto cosa significa giocare contro la bestia arrabbiata, nella sua tana. Una tigre assetata di vendetta che non fa sconti a nessuno e che riesce ad abbattere ogni muro. La partita di ieri sera ha dimostrato, come se ce ne fosse ancora bisogno, la solidità mentale e fisica di una squadra, che dopo la partita di giovedì in Europa League, è stata rimodellata da Mazzarri, che ha creduto nelle sostituzioni fatte ed il goal di Zuniga, profeticamente auspicato qualche giorno fa, è la dimostrazione del lavoro che il Mister sta facendo qui a Napoli. Un lavoro che non può dirsi certo concluso, ma la crescita di tanti giocatori deve farci stare tranquilli per il proseguimento di un campionato, che adesso entrerà nel vivo e già da lunedì sera emetterà un primo verdetto.
Tornando ala partita contro il Catania, si è visto un Napoli come al solito compatto, che ha dominato fino alla metà del secondo tempo, gestendo bene la partita ed il vantaggio, arrivato poco dopo il rigore sbagliato da Cavani, che per una questione di pochi centimetri non è riuscito a marcare il cartellino anche ieri sera, ma non per questo si è perso d’animo, offrendo la solita grande prestazione al servizio dei compagni. Splendida anche la prova di Santacroce, che sembra aver ritrovato quello smalto fisico e soprattutto le giuste motivazioni per trovare ancora stimoli qui a Napoli. Buona anche la prova di Mascara entrato a partita in corso, che rapidamente sta trovando spazio nelle idee di Mazzarri e che sicuramente sarà utile in queste partite senza il Pocho, che era li in tribuna con figlioletto al seguito e che ha visto i suoi compagni giocare col cuore, anche (o forse soprattutto) per lui. Una nota di merito anche per un Marek Hamsik più grintoso del solito e che ha dovuto fare anche il “lavoro sporco”, sopperendo talvolta ad alcune amnesie di un troppo spaesato Yebda.
Una partita ben condotta,anche se nel finale si è rischiato qualcosina a causa della stanchezza accumulata per la partita di giovedì, cosa anche del tutto prevedibile poiché il Catania, esclusa un’occasione all’inizio, poi non si è più visto ed è stato spettatore immobile per circa settanta minuti della partita del Napoli, per poi cercare di rubare nel finale un pareggio che non c’è stato e che non ci doveva essere. Il Napoli è vivo, cattivo ed ha voglia di andare lontano, molto lontano. Ma la strada è ancora lunga da fare e peccato se il Matador, ha fallito un rigore, peccato per lui, per la sua classifica marcatori, ma è pur sempre un essere un ragazzo che ha deciso di mettersi la squadra sulle spalle, sposando un ideale, abbracciando una causa che è comune a tutti i sessantamila e più che ieri sera affollavano gli spalti e che hanno fatto rabbrividire tutti, telecronisti, giornalisti ed addetti ai lavori. Bravo Napoli, bravi i napoletani, un binomio che stavolta davvero potrebbe andare lontano. Se dall’alto dei palazzi non decidano, come sembra già stiano facendo, di interrompere la cavalcata vincente del Napoli, con ogni mezzo. Il riferimento, oltre alla squalifica di Lavezzi, è chiaramente rivolto all’arbitraggio di ieri sera, fuori da ogni regola logica, quando non sono stati fischiati falli clamorosi, come quello su Cavani lanciato a rete e che è stato letteralmente travolto a terra, senza che fosse presa alcuna decisione. Francamente per una squadra che vuole puntare in alto questi episodi possono risultare quasi determinanti per la buona riuscita di una partita, di un campionato e perfino pregiudicare la realizzazione di un sano progetto come è il Napoli di De Laurentiis.
Il Milan è li a meno tre punti e lunedì ci sarà il banco di prova, forse la partita più importante. Vincerla non significherà vincere certamente lo scudetto, ma potrebbe far capire a tutti, come se fosse ancora necessario, che chiunque aspiri alla vittoria finale, dovrà fare i conti con un gruppetto di ragazzacci vestiti d’azzurro, che sanno giocare al calcio, allo stesso modo dei campioncini dorati che vestono di rosso e nero.
Ma al Milan si penserà da venerdì mattina, perché adesso tocca andare in Spagna e prepararsi ad un’altra dura battaglia. Ed allora avanti Napoli, perché per vincere la guerra, c’è bisogno di vincere prima le battaglie decisive!
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