E’ allarme amianto a Somma Vesuviana, nonostante sia stato bandito poiché costituito da asbestite (una fibra molto cancerogena) l’antico borgo del Casamale ne è pieno. I tetti sono praticamente tutti fatti d’amianto, e non stiamo parlando di un luogo qualunque ma del centro storico. Tra queste mura la densità della popolazione per metro quadro è davvero molto alta e possiamo solo immaginare le conseguenze di così tanta esposizione all’Eternit.
A denunciare il caso sono i residenti del quartiere, di cui si fa portavoce Sergio D’Avino, stufo ogni mattina di affacciarsi al proprio balcone e di inalare le sottili polveri che le tegole, in un evidente stato di abbandono, rilasciano. “Da anni– afferma il professore– nessuno si interessa di questa bomba ecologica a cielo aperto: per questo motivo ho deciso di fare un’indagine personale e di denunciare a chi di dovere” e ancora “Sono una “vittima” di un continuo scaricabarile. Ho contattato i responsabili del dipartimento di prevenzione di salute pubblica dell’Asl Napoli 4, e lì mi hanno spedito al distretto 76, quello di Somma Vesuviana e precisamente presso l’ufficio Uopc”.
Un altro chiaro esempio insomma di quanto sia eccellente lo stato della burocrazia italiana.
D’Avino viene sballotato da un ufficio all’altro e si domanda “E’ normale tutto ciò? E’ normale che per avere delle risposte un cittadino debba peregrinare da un ufficio all’altro?
Io non sono un tecnico, ma non ci vuole molto a rendersi conto che i tetti in amianto di tutte queste case- indicando queste ultime che dalla sua finestra si vedono- non vengono controllati da una cinquantina d’anni. A questo punto non mi resta che scrivere alla Procura della Repubblica per avere delucidazioni”.
Ma qualcosa comincia a muoversi dopo le parole di D’Avino, i cittadini stanchi e sommersi d’amianto cominciano a protestare. Incominciano a partire le segnalazioni, una delle prime è quella che riguarda un grosso fabbricato in via Mercato Vecchio più alcune case in via S.Croce e a seguire, segnalazioni di canne fumarie, tetti, edifici etc etc…
Il Presidente dell’associazione “Giovanidiscaccomatto”, Mariarita De Gregorio, afferma “Questo dell’Antico borgo del Casamale è solo il primo passo verso una serie di richieste d’intervento che rivolgeremo agli organi competenti affinché si tenga sotto controllo il problema dell’amianto” e prosegue “Sarebbe assurdo chiedere su due piedi la bonifica dell’amianto dalle vecchie case. Purtroppo gli interventi sono a carico dei proprietari degli stabili e questo è un deterrente visti i costi delle bonifiche. Inoltre c’è una burocrazia pachidermica che non depone a nostro favore, ma noi certi della delicatezza dell’argomento speriamo che quantomeno si faccia una mappatura dei fabbricati sui cui tetti è posato l’Eternit composto da asbestite, la componente cancerogena dell’amianto, con la speranza che un giorno si attui un protocollo d’intesa tra enti che possano venire incontro, anche con aiuti economici, a quei cittadini disposti ad intervenire “.
Speriamo che chi di dovere si prenda l’impegno di liberare queste persone dal flagello dell’amianto e che non sia un’altra palla lanciata contro il muro.