La crisi economica che da oltre un anno attanaglia i commercianti di molte zone di Napoli, fatta eccezione per il Borgo Orefici che sembra perennemente in “attivo” , vede il Corso Umberto con il suo “Rettifilo” un tempo fiore all’occhiello della città, patire le forti ripercussioni dovute alla recessione.
I commercianti stritolati dalla morsa degli usurai e della camorra, oltre agli aumenti dei fornitori, finiscono sempre piu’ spesso in un vortice senza fine che finisce per portarli alla depressione, e, nei casi peggiori, al suicidio. Le associazioni di categoria denunciano due morti per suicidio negli ultimi mesi, a causa delle enormi difficoltà quotidiane di imprese e negozi che non riescono piu’ a sostenere le varie “uscite”, finendo per chiedere fidi alle banche che non sostengono più gli scoperti e non concedono facilmente prestiti.
La crisi aveva colpito da diverso tempo anche il settore civile del Tribunale di Napoli, che, per motivi economici, trasferendo la propria sede dal maniero normanno di Castelcapuano alla cittadella giudiziaria del Centro direzionale, aveva di fatto segnato la fine per decine di esercizi commerciali come mercerie, copisterie, garage, bar, ristoranti e alimentari. I negozi, costretti a chiudere a causa dell’ assenza di avvocati, magistrati e operatori della giustizia, non sono riusciti a risollevarsi dopo il duro colpo inflitto dal trasferimento. Il fenomeno che attualmente preoccupa di piu’ le associazioni di categoria, riguarda le offerte di ucraini e bulgari che si sono impiantati nel reticolo antico dei vicoli della Vicaria presentandosi nei negozi che stanno per chiudere anche a causa dei costi degli affitti, raddoppiati e in molti casi triplicati negli ultimi dieci anni.
La crisi, portando i negozianti a cedere alle allettanti richieste degli uomini dell’ est che con i loro “contanti” rilevano facilmente decine di attività, rende tutta la zona circostante Castelcapuano una sorta di Little Odessa partenopea. La camorra, invece, proprio in quella zona stà lentamente trasformando assetti ed equilibri, infatti, l’ escalation di violenza improvvisa, legata a frizioni per il controllo di Forcella, quotidianamente porta decine di uomini di “malavita” a lottare per affermarsi sul territorio. Forcella, soffre sia per il mercato del falso, che per le continue sparatorie, mentre i cittadini chiedono alle istituzioni piu’ controlli e piu’ sicurezza, anche perchè la camorra bussa a decine di saracinesche ogni mese, vessando fortemente i commercianti costretti a pagare il “pizzo“.
Nel quartiere vige la regola delle estorsioni “door to door” rastrellate in maniera orizzontale, in modo da inserire tutti, nessuno escluso, dalla rete del racket. Il centro storico paga purtroppo il prezzo dell’ omertà con un silenzio che distrugge giorno dopo giorno la vita dei commercianti, che, troppo spesso preferiscono morire da suicidi piuttosto che denunciare gli estorsori o subìre il disonore piu’ grande: la bancarotta.
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