Allarme rosso per la sanità a Capri: sta per chiudere un centro di riabilitazione.
La situazione conomico-sanitaria della Campania si sa non è delle migliori, e va di giorno in giorno peggiorando. Sono soprattutto i piccoli centri e le isole, come sta succedendo a Capri dove il centro di riabilitazione Anffas Onlus, l’unica struttura riabilitativa operante nell’isola azzurra, sospende a tempo indeterminato la sua attività a causa di gravi problematiche di tipo economico.
Il centro, si trova nei pressi del porto di Marina Grande, fin dal 1991 opera nel campo della riabilitazione con trattamenti, ambulatoriali e domiciliari, offerti principalmente a bambini e anziani, coprendo tutto il territorio dei comuni di Capri ed Anacapri.
Per una questione di recupero crediti dell’anno scorso l’associazione è stata costretta a ricorrere a decreti ingiuntivi e società di factoring, opzione, questa, definitivamente cancellata dalla Finanziaria dello scorso dicembre, che vieta di fatto ogni tipo di azione in tal senso.
Crescendo il credito, è cresciuto anche il debito del Centro Anffas di Capri, che, in mancanza di un piano economico dell’Asl Napoli 1, è costretto a sospendere a tempo indeterminato qualsiasi trattamento ed a licenziare i suoi operatori.
Questa chiusura mette a rischio molti trattamenti riabilitativi di cui la metà sono destinati a bambini e ragazzi che perderebbero il loro diritto alla cura; l’altra metà a persone affette da patologie invalidanti che non permettono loro di lasciare il proprio domicilio rendendo la loro vita ancora più difficoltosa. Faccio notare che nell’isola di Capri non esiste alcuna alternativa al Centro Anffas. Ed è per questo che il centro di riabilitazione Anffas Onlus di Capri non può essere eliminato dal territorio, perché la sua opera è segno di una società progredita che non dimentica chi è parte «fragile» della sua comunità.
A sostegno del centro Anffas di Capri, viene istituito un comitato di cittadini che si attiverà per organizzare forti azioni di protesta e raccolte fondi.