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Categories: CronacaNews

Fondo comunale antiracket: detassata l’ impresa che denuncia

Il Comune di Napoli deciso ad incentivare le denunce per contrastare i fenomeni estorsivi ai danni delle piccole imprese della città, ha creato da pochi mesi un fondo ad hoc, pensato per aiutare gli imprenditori intenzionati a rompere il silenzio e sradicare così l’ omertà che alimenta da decenni il business del racket.

Le imprese che sceglieranno di affrontare “la prova” più’ difficile, cancellando la morsa dell’usura grazie alle denunce, e, con coraggio avvieranno procedimenti penali a carico degli estorsori, non pagheranno più’  interamente le tasse. La delibera approvata a febbraio, eliminerà di fatto alcune quote dovute allo stato, che saranno pagate grazie ad uno stanziamento di circa cento milioni di euro, permettendo ad imprese e commercianti di riuscire a combattere efficacemente il racket. Il fondo comunale andrà ad alleggerire tasse come Ici, Tarsu, Cosap, Icp, oltre ad aiutare chi versa canoni di concessione o locazione per box, stand ed aree destinate al commercio.

Gli assessori alla Legalità Luigi Scotti ed alle Risorse Strategiche Michele Saggese, dichiarano che la possibilità di usufruire del fondo sarà offerta solo a chi dimostrerà di aver rinunciato al “pizzo“, denunciando gli autori dello sfruttamento. Scotti e Saggese dichiarano che il fondo è suscettibile di modifiche nel momento in cui il procedimento penale a carico degli estorsori si concluda con un nulla di fatto. Le imprese, infatti, in questo caso dovranno restituire l’intera somma prelevata durante l’ intero periodo di incentivo. E’ una garanzia di serietà che permette solo a chi è realmente vessato di accedere agli aiuti.

I controlli saranno serrati nonostante il forte incremento delle imprese accusatrici , che, nel 2010, sono aumentate di circa il dieci, quindici per cento rispetto al 2009. Le imprese che preferiscono scegliere la via del silenzio, ad oggi, sono la maggioranza, e, gran parte delle piccole aziende commerciali  taglieggiate non sporge denuncia, o la ritira appena ricevute le prime ripercussioni.

Il circolo vizioso del racket porta gli imprenditori a soffocare nei debiti, e le banche, a causa di forti restrizioni interne, non permettono loro di accendere alcun mutuo, costringendoli a cadere nel baratro dell’usura. Nel duemiladieci, i fallimenti sono aumentati vertiginosamente, e, nonostante la svolta segnata dalla creazione dello sportello S.O.S. Usura, centinaia di commercianti  non trovano la forza di denunciare i loro estorsori.

La Napoli imprenditoriale ha bisogno non solo di aiuti economici da parte delle istituzioni, ma  chiede soprattutto sicurezza, maggiori controlli e monitoraggio territoriale costante. Le associazioni di artigiani, imprenditori e commercianti chiedono, a prescindere dalle denunce, che si combatta il racket partendo dall’ incremento di volanti, poliziotti e carabinieri in ogni quartiere, riuscendo così a garantire giorno dopo giorno una tranquillità lavorativa differente. Le denunce ci saranno nel momento in cui l’ imprenditore taglieggiato si sentirà finalmente meno solo, e, rincuorato dalla presenza costante delle forze dell’ordine, troverà il coraggio di lottare contro la rete a maglie strette del racket, dell’usura e delle estorsioni.

Dario Aloja

Nato a Napoli, nel 1982, nel quartiere "Arenella", a metà strada tra il centro storico e la moderna zona collinare, Dario Aloja vive, da subito, le forti contraddizioni di una città divisa tra le nostalgie di un passato di capitale europea e un presente di metropoli labirintica, che ingoia sogni e speranze delle nuove generazioni. Come tanti giovani del terzo millennio, Dario avverte l'abisso che divide l'odierno modello capitalistico, che mondializza i totem tecnologici di una società alienante e disumanizzante, e le ragioni del cuore, il bisogno di gridare al mondo le esperienze del proprio vissuto, le emozioni dell'incontro con "l'altra metà del cielo". E questo magma incandescente di pulsioni, stati d'animo, sentimenti, affiora in superficie, diventa sfogo lirico, si fa "Pelle Libera".

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