Boom degli psicologi che aumentano in proporzione all’aumento dei pazienti.
S’incentrano le richieste nei dintorni di Napoli considerata città sempre più stressata.
I rifiuti, il traffico, la criminalità incidono sulla vita dei cittadini e delle famiglie che corrono ai ripari e si affidano alle cure degli psicoterapeuti. E con loro il resto della Campania
Raffaele Felaco, il presidente dell’Ordine degli psicologi, afferma: «Negli ultimi anni si registra un’impressionante impennata di iscrizioni all’albo professionale regionale» parlando dell’inflazione delle domande e delle relative assunzioni degli psicologi.
Stiamo parlando di cifre notevoli, più di quattromila professionisti sul campo, una triplicazione praticamente. Naturalmente è scontato che questo improvviso aumento è dovuto alla sempre maggiore richiesta.
Più pazienti dunque? «Di sicuro» spiega Felaco, «sta esplodendo l’interesse per la disciplina, soprattutto da parte dei più giovani. È il risultato di un processo culturale generale, che ci vede in linea con il resto del Paese» .
Tra questi psicologi “new entry” più del 25 per cento ha meno di trent’anni è questo è motivo di vanto perché in nessun’altra regione si è raggiunto questo record.
Ma chi sono i nuovi pazienti? Il Dottor Felaco ha risposto così “C’è una maggioranza femminile. Le donne sono più sensibili rispetto alla necessità di affrontare alcune problematiche. I maschi, al contrario, tendono ad aspettare che il problema esploda, prima di richiedere un sostegno. Di fronte ad alcuni problemi, i maschi spesso attivano tutte le resistenze possibili. D’altronde, non dimentichiamo la vulnerabilità di molte donne che ricoprono ruoli di supporto all’interno della famiglia.
Magari devono occuparsi di familiari ammalati o dei problemi di figli adolescenti. Queste donne sono molto esposte al rischio di difficoltà psicologiche”.
E i nuovi dottori chi sono? “Anche qui per più dell’ 80 per cento, si tratta di donne. Un dato comune a tutte le cosiddette ‘‘ professioni di aiuto’’. Anche per medici e infermieri, si riscontra una tendenza alla femminilizzazione della professione. Il nostro mestiere richiede una predisposizione a prendersi cura, una sensibilità che molte donne sviluppano in maniera spiccata”.
Quali sono i fattori che incidono su questo crescente numero di pazienti? «Nella nostra regione registriamo una domanda specifica di terapie familiari. Qui sono più numerosi che altrove gli esperti di questo tipo di terapia, e le scuole di formazione per questo tipo di terapeuti. Credo sia in gioco un fattore culturale: la famiglia resta, in Campania, un luogo dove si tenta di comporre alcuni problemi. Le terapie sistemiche o familiari vedono l’individuo nel sistema di comunicazione in cui è inserito. La tradizionale ottica freudiana, invece, tende a indagare l’individuo nei suoi conflitti interni».