La Procura di Napoli continua la sua attività di coordinamento e di indagine sul buisness delle false invalidità, e, grazie all’ attento lavoro dei carabinieri, è riuscita fino ad oggi ad arrestare ben centoventitrè persone e sequestrare beni per circa due milioni di euro.
I carabinieri della compagnia di Napoli/Bagnoli questa notte hanno arrestato cinque affiliati al clan camorristico dei Mazzarella operante nel centro storico di Napoli. I cinque uomini sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, violenze, minacce, corruzione aggravata, contraffazione e falso in atto pubblico. Gli investigatori, hanno scoperto grazie ad un minuzioso lavoro d’ indagine, che il clan, facente capo a Ciro Rispoli, si era infiltrato nel processo di reclutamento delle persone, di preparazione delle pratiche e di riscossione delle percentuali sulle indennità.
L’ attività d’ indagine, iniziata nel 2009, aveva portato a fine settembre dell’ anno scorso all’ arresto di trentadue persone oltre al consigliere municipale di Chiaia Salvatore Alajo e sua moglie Alexandra Danaro. La coppia, grazie ad un sistema “collaudato”, riuscivano a fornire pensioni di invalidità a chiunque ne facesse esplicita richiesta. Alajo, oltre a percepire egli stesso l’accompagnamento, insieme ad altri quattro affiliati al clan, si era inserito nell’organizzazione reclutando decine di falsi invalidi e riscuotendo una percentuale.
Il consigliere, condannato a sei anni e otto mesi di reclusione con rito abbreviato, sarebbe secondo i giudici l’ ideatore della truffa, e il percorso di collaborazione scelto da Alajo, lascia ancora molti dubbi agli investigatori.
La Procura spera che le indagini possano continuare a colpire l’ organizzazione, riuscendo a fermare non solo i “pesci piccoli”, ma anche ad annientare completamente la rete di connivenze e collusioni, costituitesi nel tempo ad ogni livello. Gli inquirenti, infatti, sono decisi a chiarire definitivamente le dinamiche del raggiro, cercando con ogni mezzo di scoprire eventuali falle nel sistema del drenaggio dei soldi pubblici versati per le false invalidità, comprese complicità da sempre sospettate ma mai confermate.
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