Una giovane diciassettenne di origine colombiana, la scorsa notte, mentre attendeva insieme ad alcuni amici la selezione per l’ entrata nel locale “Il Gatto Nero” sito nei pressi di Piazza Eduardo De Filippo, è stata colpita da alcune schegge di proiettile vagante.
La ragazza, provvista di regolare permesso di soggiorno e residente a Napoli, dopo aver avvertito un forte bruciore alla gamba è stata prontamente soccorsa e ricoverata all’ospedale “Loreto Mare”. Gli agenti del commissariato”Vicaria-Mercato” hanno ascoltato la giovane che ha dichiarato che è accaduto tutto in pochissimi istanti, proprio nel momento della selezione del locale.
La diciassettenne è stata sottoposta dai medici ad indagini radiografiche che hanno evidenziato la presenza di alcune schegge di proiettile all’ interno della gamba, che le hanno provocato, oltra alla ferita, la frattura della tibia.
Gli inquirenti lavorano in queste ore per ricostruire la dinamica del fatto, al fine di identificare l’ autore o gli autori del folle gesto, che fortunatamente solo per un caso fortuito, non ha causato vittime.
Napoli ancora una volta è teatro di
follia urbana, fatti che, nella mente del cittadino assumono colori e forme del pericolo.
Il Napoletano chiede piu’ sicurezza, piu’ controlli all’ esterno di locali e discoteche e, soprattutto, non basta informare i giovani sui rischi delle droghe, dell’ alcool o della guida in stato di ebrezza, ma è fondamentale sensibilizzare di piu’ gli educatori e le famiglie su come portare il giovane a comprendere profondamente il valore della vita che non può essere messa a repentaglio da fatti di simile scelleratezza.
Dario AlojaNato a Napoli, nel 1982, nel quartiere "Arenella", a metà strada tra il centro storico e la moderna zona collinare, Dario Aloja vive, da subito, le forti contraddizioni di una città divisa tra le nostalgie di un passato di capitale europea e un presente di metropoli labirintica, che ingoia sogni e speranze delle nuove generazioni.
Come tanti giovani del terzo millennio, Dario avverte l'abisso che divide l'odierno modello capitalistico, che mondializza i totem tecnologici di una società alienante e disumanizzante, e le ragioni del cuore, il bisogno di gridare al mondo le esperienze del proprio vissuto, le emozioni dell'incontro con "l'altra metà del cielo".
E questo magma incandescente di pulsioni, stati d'animo, sentimenti, affiora in superficie, diventa sfogo lirico, si fa "Pelle Libera".